Per capire che cosa sta succedendo, occorre ripercorrere le strategie americane nella New Economy, dove si combattono conflitti globali mentre si sviluppa il business.
Ronald Reagan mise alle corde l'URSS, potandola al disfacimento, senza sparare un solo colpo di cannone: puntò sul finanziamento delle tecnologie della informatica e delle telecomunicazioni,
finanziando in modo praticamente illimitato l'avanzamento tecnologico americano attraverso il programma militare denominato "Scudo Spaziale": missili americani, guidati da rilevamenti satellitari, comunicazioni ed elaborazioni dati in tempo reale e sistemi GPS, avrebbero neutralizzato qualsiasi attacco nucleare sovietico. La Russia non aveva risorse sufficienti per rispondere a questa nuova sfida: il suo mercato era piccolissimo al confronto. Gli Usa contavano sull'intero Occidente per mettere a frutto questi sviluppi tecnologici: iniziava l'era di Internet, il sistema sovietico si sbriciolava.
Fu così che, sulla base delle tecnologie sviluppate per fini militari, negli anni Novanta si procedette alla liberalizzazione dei sistemi di telecomunicazioni ed alla integrazione di Internet nelle vecchie reti telefoniche, che adottarono il protocollo TTP/IP. In Pratica,
gli Usa avevano conquistato il dominio globale dell'ICT. Da Microsoft ad Apple, con i motori di ricerca come Google e sistemi di posta elettronica come Gmail, fino ai colossi dell'E-commerce come Amazon, l'economia mondiale si è digitalizzata. Anche il sistema dei pagamenti si è trasformato, con piattaforme che consentono transazioni immediate.
Il paradigma americano si fondava sulla
illusione di poter sostituire la New Economy alla Old Economy: ogni clic, si immaginava negli anni Novanta, sarebbe stato fatturato. Ogni invio di posta elettronica avrebbe portato, anche facendolo pagare appena un centesimo di dollaro, a guadagni colossali. Ogni bit di informazione ricevuta sarebbe stato fonte di incassi per gli ISP. Mai previsione fu più lontana dalla realtà: in rete, tutto diviene gratuito, dalla musica alle notizie, dai film alle transazioni.
Il modello di business su cui erano stati raccolti capitali da tutto il mondo fece gonfiare la
bolla del Nasdaq: ma delle migliaia di dot.com che erano state quotate a prezzi stratosferici ne rimasero in piedi molto poche. Purtroppo, gli Usa avevano intrapreso una strada senza ritorno: nel 2001, proprio mentre scoppiava la bolla del Nasdaq, veniva spalancato alla Cina il mercato occidentale della Old Economy.
Nel corso di vent'anni,
la Cina è diventata la fabbrica del mondo, attraverso una competizione prima di prezzi e poi anche di qualità imbattibile. Sono passati dal monopolio dei giocattoli e delle biciclette, copie a poco prezzo delle manifatture occidentali, alla
realizzazione di prodotti via via sempre più sofisticati nel campo delle elettronica, sbaragliando la concorrenza.
I cinesi hanno fatto con i tablet e gli smartphone esattamente come i giapponesi negli anni Settanta con le loro radioline, i televisori, registratori audio e video. Sony, Sanyo, Yamaha, tanto per citare alcune marche più note, non avevano rivali al mondo. Stavolta, la questione è più complicata. Si tratta di apparati che funzionano prevalentemente sulla base di brevetti americani, e che hanno bisogno di una rete che li faccia accedere.
"