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Crisi, serviva un Colpevole

Usare la crisi del M5S per un disperato allineamento all'Europa che traballa

E' stato un discorso del tutto impolitico, quello svolto ieri nell'Aula del Senato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha dato il via alla parlamentarizzazione della crisi di governo.

Tutta la colpa della crisi è stata data al comportamento di Matteo Salvini, leader della Lega e Ministro dell'Interno, al quale non si è risparmiata alcuna critica: sul piano personale, su quello politico e persino istituzionale. Ha la responsabilità di tutto. Non solo ha il difetto caratteriale dell'arroganza, ma insegue senza sosta ed a fini personalistici il consenso dell'opinione pubblica. Provoca ora una crisi che danneggia gli interessi italiani, visto che in queste ore in Europa si sta decidendo la attribuzione degli incarichi di Commissario e di altri vertici istituzionali.

Per di più, Salvini accosta malamente la politica ai simboli religiosi, per via del famoso rosario tenuto in mano durante un paio di comizi e l'invocazione fatta alla Madonna: davvero un vulnus alla laicità dello Stato. Un richiamo davvero strano, visto che ancora oggi a Westminster i servizi religiosi sono la regola, e che addirittura sul dollaro campeggia la scritta "In God We Trust". Si dimentica la storia politica italiana, in cui la Democrazia Cristiana è stata fondamentale, con tutti i distinguo di coloro che si proclamavano "Cattolici adulti" rivendicando la propria autonomia di giudizio rispetto alle impostazioni del Vaticano e della CEI. La verità è che a Papa Francesco non sta affatto bene né il Sovranismo, né il ripudio dell'accoglienza verso i deboli ed i migranti in particolare: Salvini ha davvero tanti nemici, di quelli che contano.

Le critiche dirette a Salvini sono dunque un espediente dialettico, avvocatesco, che serve a nascondere la vera strategia che il Presidente Conte va perseguendo sin dall'inizio del governo gialloverde: mantenere buoni rapporti con Bruxelles, che altrimenti minaccia di aprire una procedura di infrazione contro l'Italia per debito eccessivo. Non parliamo poi dei rapporti con Francia e Germania, spesso tesi fino all'incidente diplomatico.

Ricordatevi il ritiro dell'Ambasciatore francese al quale ha dovuto rimediare il Presidente della Repubblica Mattarella recandosi di persona a Parigi. E poi le parole, inusuali e durissime, del Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier in occasione dell'arresto di Carola Rackete, la Capitana tedesca della nave Sea Watch che aveva violato il divieto di ingresso nel porto di Lampedusa, asserendo la gravità della situazione dei migranti a bordo: "L'Italia non è uno Stato qualsiasi, è al centro della UE, è uno Stato fondatore dell'UE. Ed è per questo che ci aspettiamo che affronti un caso del genere in modo diverso. Coloro che salvano le vite umane non possono essere criminali". Detto fatto, alla capitana fu concessa la libertà provvisoria. In quella occasione, il Presidente Conte reagì puntutamente, affermando che se la Cancelliera Merkel gli avesse mai domandato qualcosa al riguardo delle procedura giudiziaria in corso in Italia, a sua volta avrebbe chiesto notizie sulla esecuzione della condanna dei responsabili del rogo della Thyssen.
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