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Crisi, serviva un Colpevole

Usare la crisi del M5S per un disperato allineamento all'Europa che traballa


Da allora il vento è cambiato: il M5S si è indebolito nelle tornate elettorali di primavera a vantaggio della Lega.

Tutto si spiega.

La assoluta ostilità della Lega ad essere accondiscendente sui temi europei, dalla disciplina di bilancio alle questioni relative alla immigrazione, ha rappresentato quindi un conflitto insanabile.

E' un punto dirimente, soprattutto nella prospettiva di varare la prossima manovra di bilancio. Bisogna trovare un Colpevole per cambiare alleanza: sbarcare la Lega ed imbarcare il PD. D'altra parte, c'è una buona metà degli eletti del M5S che finora ha masticato amaro, e non aspetta altro che il ribaltone.

TAVLa crisi di governo, si badi bene, ha una origine ben diversa: è stata aperta da un preciso voto parlamentare, quello con cui era stata respinta la mozione del M5S che chiedeva ancora una volta il blocco della TAV Torino–Lione. Un'opera a cui, invece, il Presidente del Consiglio aveva dato il suo assenso formale, dopo aver ottenuto la promessa di ulteriori finanziamenti da parte europea che avevano capovolto l'esito dell'analisi costi-benefici svolta in precedenza. La Lega, come è noto, aveva votato contro quella mozione, insieme ai parlamentari del PD.

Invece di prendere atto di una divergenza plateale e profonda all'interno della compagine di maggioranza, traendone le debite conseguenze e dunque rassegnando le dimissioni, il Presidente Conte ha cercato di tirarla alle lunghe e di provocare in ogni modo la Lega, affinché aprisse la crisi, assumendosene la responsabilità.

E' cominciato invece il classico gioco del cerino acceso, da lasciare in mano a chi si deve scottare, la Lega. Ma Salvini non ha aspettato che poche ore per reagire, facendo presentare una mozione di sfiducia al Governo in cui si prende atto della rottura avvenuta sulla TAV e del comportamento inusitato del Presidente Conte, che non ha difeso il via libera al progetto, pur essendo stato l'artefice della soluzione.

C'era Ferragosto di mezzo, ed invece di discutere la mozione di sfiducia leghista dopo i tre giorni canonici di riflessione richiesti per Costituzione, si è cercato il conflitto politico e mediatico, sfruttando la questione che sta più a cuore al Ministro degli Interni, quella dei "Porti chiusi".
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