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Senza salario minimo, Senza Contratti collettivi, ma col Reddito di Cittadinanza

Dopo la Flessibilità e la Deflazione salariale, Sindacati impotenti e Governi inconcludenti


In Italia, le "gabbie salariali" territoriali sono state eliminate nei primi anni Sessanta, realizzando contratti nazionali di lavoro con condizioni uguali per tutti. L'unità della classe operaia è stata realizzata penalizzando le industrie meridionali, che si sono dovute far carico di salari molto più alti di quanto non consentisse il livello di produttività locale ed il livello generale dei prezzi: la ipertrofia del pubblico impiego "di ritorno" dal Nord è nata così.

Ora, ci si trova di fronte ad una impasse: le imprese dicono di non trovare lavoratori stagionali, soprattutto nel settore alberghiero e della ristorazione, perché i beneficiari del reddito di cittadinanza non hanno nessuna intenzione di rinunciarvi in cambio di un lavoro a termine e di una remunerazione assai poco superiore a quanto già percepiscono dallo Stato.

Come se non bastasse, chi ha un diploma cerca di andare a lavorare all'estero, dove le retribuzioni sono più alte. I più intraprendenti se ne vanno: formiamo manodopera di qualità in conto terzi.

In conclusione, in Italia abbiamo deciso di competere utilizzando la deflazione salariale anche nei settori industriali più dinamici: è con questo differenziale a loro vantaggio che le nostre imprese sono ritornate a fare concorrenza sui mercati internazionali, riportando in attivo strutturale la bilancia commerciale.

Viene dunque da sorridere quando si legge che bastano gli investimenti per fare ripartire l'economia italiana.

Dopo la Flessibilità e la Deflazione salariale, Sindacati impotenti e Governi inconcludenti
Senza salario minimo,
Senza Contratti collettivi,
ma col Reddito di Cittadinanza
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