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Africa: Colpi di Stato e Nuova Decolonizzazione

Scontro a Quattro, tra Vecchie élite, Militari, Occidente e Jihad


C'è da chiedersi per quale motivo di recente si sia sviluppato tanto malumore tra la popolazione e soprattutto perché i militari, che sono sempre stati fedeli alle durevolissime élite politiche, che si sono tramandate spesso il potere di generazione in generazione e che vincono di continuo le elezioni, siano artefici di questi colpi di Stato che seguono una traiettoria abbastanza simile, con il passaggio dei poteri ad un "Consiglio di transizione", composto da civili che sono diretti fiduciari dei militari.

In pratica, non solo non si va subito a nuove elezioni, ma ci si è sbarazzati con la forza di coloro che erano stati democraticamente eletti: questo è l'addebito, il vulnus alle regole elementari, con cui si condanna la presa del potere da parte dei militari. Condanna che viene comunque espressa dalla Unione africana e da una serie di Paesi, magari dalle stesse potenze ex-coloniali che hanno mantenuto ottimi rapporti con queste élite politiche e che appunto chiedono che sia restaurato l'ordine costituzionale reintegrando i Presidenti che sono state di volta in volta destituiti con la forza.

C'è, sullo sfondo, la presenza sempre più diffusa in Africa sia della Cina che della Russia: la prima agisce sul piano prevalentemente economico, con prestiti volti alla infrastrutturazione civile, per realizzare porti, strade e ferrovie e viene accusata di strangolare finanziariamente i governi che non sono spesso in grado di rimborsare i debiti alle scadenze; la seconda attraverso compagnie private di militari mercenari come la Wagner, che pretendono a loro volta ricchi compensi in termini di diritti di estrazione.

Così facendo, i Paesi africani passerebbero dalla padella tenuta in mano dagli Occidentali, che fondano la loro presenza sui rapporti commerciali che li danneggerebbero, a quella maneggiata da Cina e Russia che cucinano parimenti i governi africani ma a fuoco solo in apparenza più lento.
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