Messa così, si dovrebbe parlare solo di un
conflitto geopolitico per il controllo del Continente africano, che ha risorse immense in termini di minerali e di abitanti: servono alla Cina in quanto diventerà in futuro un mercato di sbocco per le sue produzioni a basso valore aggiunto e una sede di produzione per le industrie che richiedono un basso costo del lavoro; servono alla Russia come mercato di sbocco per le sue risorse petrolifere e per le produzioni agricole.
C'è un altro aspetto da considerare, quello più recente di tutti, che ha messo in moto i militari contro le vecchie élite: è
l'espansione dello jiadismo islamico. Non solo è un processo capillare, che parte dalle regioni più isolate per avvicinarsi alle città, che alimenta una sorta di guerra rivoluzionaria, come fu quella combattuta in Indocina in nome del comunismo e che animava i singoli trasformandoli in soldati di popolo: è un conflitto invincibile con le armi tradizionali, che rende impotenti gli stessi militari africani. Il motivo è ideologico, come fu con il comunismo: la Jihad islamica crea delle vere e proprie comunità di aiuto reciproco, sul piano economico e sociale, che diventano estranee al sistema istituzionale.
Sono i militari africani a doversi attivare, sbarazzandosi dei vecchi governanti di cui sono stati per decenni le colonne portanti: sanno che nel conflitto armato con la Jihad uscirebbero doppiamente perdenti, sia sul piano delle operazioni, perché ogni dentro ogni uomo si nasconde un soldato, che sul piano politico, essendo identificati come uno strumento di un potere che viene considerato nemico del popolo.
Insomma,
con i colpi di Stato in corso, i militari cercano innanzitutto di salvare se stessi: e lo possono fare soltanto mettendo al potere dei civili che facciano l'interesse della popolazione.
Come è successo in molti Paesi arabi e nell'Africa settentrionale negli anni Cinquanta, dall'Iraq all'Egitto, dalla Algeria alla Libia, sembra che i militari abbiano aperto una nuova fase del processo di decolonizzazione.
Scontro a quattro, tra Vecchie élite, Militari, Occidente e Jihad Africa: Colpi di Stato e Nuova Decolonizzazione
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