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Scoppia il caso SIAN, il "costosissimo colabrodo" dell'Agricoltura

Economia
Scoppia il caso SIAN, il "costosissimo colabrodo" dell'Agricoltura
(Teleborsa) - Gli agricoltori lo conoscono molto bene, la gente comune meno. Peccato, perché costa allo Stato italiano, dunque ai contribuenti, qualcosa come 780 milioni di euro. Il che sarebbe accettabile, se non fosse che funziona in maniera davvero strana. Come un'automobile in affitto che costa un sacco di soldi ogni mese ma alle volte non parte, non frena o non si accendono le luci, spiega Repubblica a proposito del SIAN, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale su cui la Procura di Roma ha acceso un faro.

Trattasi del sistema informatico del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali gestito dalla Sin Spa addetto, tra le cose, alla dispensa dei fondi europei all'agricoltura, che ammontano annualmente a circa 7 miliardi di euro.

"Un costosissimo colabrodo", spiega il quotidiano, per una serie di motivi. Innanzitutto perché, a quanto pare, i dati inseriti sono spesso sballati e incongruenti. E così, ecco che un fienile di 900 metri quadrati riceve fondi come se fosse di 2.000. Ci sono società agricole, poi, che ricevono i finanziamenti pur avendo vistose penalità.

I finanzieri del Nucleo speciale di Tutela Spesa Pubblica stanno analizzando tutti i rimborsi ottenuti dagli agricoltori italiani negli ultimi anni. Per ora i risultati di questa maxi inchiesta sono ancora coperti da segreto, ma secondo indiscrezioni "ci sarebbero milioni di euro pagati a chi non ha nemmeno un fazzoletto di terra coltivato, a prestanome di clan mafiosi, a chi ha un garage e lo spaccia per fattoria. E spunta un finanziamento da 50 milioni finito nel nulla", spiega Repubblica.

Un altro fattore da chiarire, prosegue poi, è la modalità di assegnazione dell'appalto per la gestione e lo sviluppo del SIAN, visto che è nelle mani dello stesso gruppo di privati (AGEA) da vent'anni. Desta qualche perplessità anche il fatto che il loro contratto sia stato aumentato da poco di 90 milioni.

Oscure anche alcune nomine, che pure valgono stipendi da 175.000 euro l'anno.

Tutti ragionamenti, questi, che non hanno lasciato indifferente il Ministero dell'Agricoltura, che si è subito prodigato in una replica. "In merito alle notizie riportante oggi dalla stampa sulla società AGEA e sull'attività svolta da Sin, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha chiesto al Commissario di AGEA una relazione urgente con particolare riferimento alle modalità e al grado di efficacia con cui si è provveduto alla gestione del SIAN e alle motivazioni che avrebbero condotto all'aumento "della provvigione di altri 90 milioni di euro per il triennio 2014-2016". Di conseguenza sarà posta in essere ogni iniziativa utile a garantire il rigoroso rispetto delle leggi", si legge in un comunicato del MIPAAF.
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