(Teleborsa) -
"Nel corso dell’incontro avuto a Bruxelles con i commissari europei, insieme agli altri rappresentanti delle principali organizzazioni agricole europee, è emersa con chiarezza l’assenza di qualsiasi apertura rispetto alle richieste avanzate sul futuro del bilancio agricolo europeo".
È quanto afferma il presidente di Coldiretti
Ettore Prandini dopo il confronto con i membri della Commissione Ue avuto al termine della grande mobilitazione che ha portato a Bruxelles migliaia di agricoltori Coldiretti che hanno manifestato in maniera pacifica.
"La Commissione continua a sostenere che le risorse per l’agricoltura siano già state stanziate e che debbano essere reperite dagli Stati membri attraverso i fondi di coesione", spiega Prandini. "Una posizione ribadita in particolare dal commissario europeo al Bilancio Piotr Serafin, che conferma una visione profondamente sbagliata: le risorse destinate alle aree rurali non possono essere automaticamente considerate risorse per l’agricoltura".
Secondo Prandini, "
molti di questi fondi, gestiti anche nell’ambito delle politiche di coesione, finanziano interventi che riguardano altri settori – dalle infrastrutture alle reti digitali – e non sono quindi finalizzati esclusivamente al comparto agricolo".
"Ancora più grave – prosegue il presidente di Coldiretti – è la scelta politica che emerge dall’impostazione complessiva del bilancio europeo, che prevede un taglio di circa 90 miliardi di euro in un momento storico in cui altri grandi attori globali, a partire dagli Stati Uniti e dalla Cina, stanno invece aumentando gli investimenti pubblici nei settori strategici".
Prandini richiama inoltre le responsabilità politiche della Commissione: "Cinque anni fa una visione analoga, promossa dalla stessa Commissione, ha contribuito a indebolire pesantemente un comparto strategico come l’automotive europeo. Ripetere oggi lo stesso errore con l’agricoltura sarebbe inaccettabile. Colpire l’agricoltura – sottolinea – significa non solo danneggiare l’economia europea, ma anche mettere a rischio la salute dei cittadini, favorendo l’aumento delle importazioni di prodotti alimentari da Paesi che non garantiscono gli stessi standard ambientali e sanitari.
Preoccupano infine, "le questioni relative ai controlli: oggi nell’Unione Europea viene verificata solo una minima parte delle produzioni importate, una percentuale che non può rappresentare una garanzia sufficiente per i consumatori".
"Alla luce di questo scenario – conclude il presidente di Coldiretti – è necessario che le istituzioni nazionali siano pienamente consapevoli del rischio che si sta delineando. La Commissione non intende mettere nuove risorse sull’agricoltura e spinge verso un confronto diretto tra i ministri nazionali e i diversi settori che attingono ai fondi di coesione, aprendo un conflitto che rischia di penalizzare gravemente il mondo agricolo. Serve un cambio di rotta immediato: l’agricoltura è un settore strategico per l’Europa e deve essere trattata come tale".