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Sanità, il 26% dei reparti maternità rischia la chiusura

Economia, Salute e benessere
Sanità, il 26% dei reparti maternità rischia la chiusura
(Teleborsa) - In Italia il 26% dei reparti maternità rischiano fortemente la chiusura, questo perché ci sono 133 strutture su 521 esaminate che effettuano meno di 500 nascite l'anno e che non rispettano quindi il parametro minimo fissato dai nuovi standard ospedalieri ministeriali.

Le Regioni con più ospedali sotto la soglia di "sicurezza" sono Campania, Sicilia e Lazio.

A lanciare l'allarme è il Rapporto Esiti 2014 secondo cui i centri con un numero di nascite maggiori garantiscono migliori risultati per la salute delle donne e dei bambini.

Il report presentato dall'Agenas, l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, per conto del Ministero della Salute, evidenzia come sia migliorata la qualità degli ospedali italiani e la performance del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ma allo stesso tempo mette in luce l'esistenza ancora di troppe strutture che non rispettano gli standard di sicurezza per i parti.

Diminuiscono i parti cesarei. Un segnale positivo giunge, invece, dal calo del numero dei parti cesarei in Italia. La proporzione di parti cesarei primari è passata dal 29% del 2008 al 26% del 2013, con grandi differenze tra regioni: in Campania, un parto su 2 è cesareo.

Più della metà delle fratture del femore è operata in ritardo. Solo il 45,7% delle fratture di femore nell'anziano sono state operate nel 2013, entro le 48 ore, lo standard previsto entro cui si riducono mortalità e complicanze per il paziente. Rispetto al 2008, si è registrato un significativo miglioramento, anche se si è ancora al di sotto dello standard atteso, superiore all'80%.
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