Facebook Pixel
Milano 28-mar
34.750,35 -0,03%
Nasdaq 28-mar
18.254,69 -0,14%
Dow Jones 28-mar
39.807,37 +0,12%
Londra 28-mar
7.952,62 +0,26%
Francoforte 28-mar
18.492,49 +0,08%

Petrolio, il mini barile mette in ginocchio i produttori americani

Economia
Petrolio, il mini barile mette in ginocchio i produttori americani
(Teleborsa) - Il crollo del petrolio ha costretto decine di società americane, che sul fracking avevano costruito le loro fortune, ad arrendersi.



Il fracking consiste, mediante avanzate tecnologie messe a punto nell’ultimo decennio, nell’estrarre gas naturale contenuto nelle rocce scistose e, modificando alcuni principi, anche a scavare pozzi petroliferi.

Dall’inizio dell’anno sono fallite decine di società, come riporta l’agenzia Standard & Poor’s. Alcune di queste sono anche di grandi dimensioni, coinvolgendo fondi di private equity altamente capitalizzati come KKR, che nel 2011, insieme ad altri investitori, avevano acquisito la società Samson Resources per 7,2 miliardi di dollari. Quest'ultima la settimana scorsa ha avviato un doloroso processo di ristrutturazione pre-fallimentare.

Nei prossimi mesi sono attesi altri default, per il solito circolo vizioso. Le banche riducono le linee di credito alle aziende strozzate da troppi debiti e queste, non avendo sufficienti margini di garanzia, non possono coprirsi sul mercato dei derivati.

Dopo dieci anni di boom, la Silicon Valley del petrolio, che va dal Nord Dakota fino all’estremo meridione del Texas, sta andando in pezzi, perché con il minibarile, cioè il basso prezzo del greggio, oltre la metà degli operatori sta perdendo soldi. Pozzi che mediamente, tra fracking e trivellazione orizzontale, costano oltre 6 milioni di dollari all’anno ognuno.

Nella pletora di aziende attive nel settore e monitorate dagli analisti, solo 2 su 40 saranno in grado di autofinanziarsi con i margini accumulati. Le altre, meno efficienti, saranno costrette a ristrutturare o a chiudere definitivamente.

“Il problema è che per la prima volta in 30 anni si è venuto a creare un mercato del petrolio sganciato dalle scelte dell’ OPEC che condizionavano la politica dei prezzi”, ha detto Thomas Adolff, analista di Credit Suisse per le materie prime.
Condividi
```