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Si amplia il deficit commerciale extra UE: frena l'export

Economia
Si amplia il deficit commerciale extra UE: frena l'export
(Teleborsa) - Le esportazioni italiani, gravate dal rallentamento della Cina e dalle tensioni geopolitiche, appesantiscono la bilancia commerciale italiana. A gennaio 2016 il deficit commerciale è salito a 495 milioni, mostrandosi più ampio rispetto allo stesso mese del 2015 (-344milioni). Anche il surplus nell'interscambio di prodotti non energetici (+1,3 miliardi) è in diminuzione rispetto a gennaio 2015(+2,3 miliardi).
Entrambe i flussi commerciali presentano una diminuzione rispetto al mese precedente, più marcata per le esportazioni (-6,2%) che per le importazioni (-3,6%).

La flessione congiunturale delle vendite verso i paesi extra Ue è estesa a tutti i raggruppamenti principali di beni ed è particolarmente sostenuta per l’energia (-28,5%) e i beni strumentali (-7,8%).
Dal lato dell’import la flessione congiunturale è da ascrivere all'energia (-14,3%) e, in misura minore, ai beni strumentali (-2,6%). Gli acquisti di beni di consumo durevoli sono in forte crescita (+9,1%).

Nell'ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue rimane tuttavia positiva (+2,5%) e risulta più ampia (+3,0%) al netto della componente energetica (-8,7%). Le vendite di beni di consumo non durevoli (+5,6%) e di beni strumentali (+3,2%) sono in marcata espansione.
L'ampia contrazione delle esportazioni su base annua (-7,9%) si riduce al netto dell'effetto dovuto alla differenza nei giorni lavorativi (-4,7%). La flessione è particolarmente sostenuta per l’energia (-19,2%) e i prodotti intermedi (-12,2%). La dinamica negativa di questi ultimi è influenzata dalla consistente contrazione delle vendite di metalli preziosi. Anche le importazioni flettono (-6,5%); tuttavia, al netto dell’energia (-28,4%), risultano in contenuta crescita (+1,2%).

Su base annua la flessione delle esportazioni è diffusa a quasi tutti i principali partner commerciali, a eccezione del Medio Oriente (+1,3%). Prosegue, da maggio 2014, il calo delle vendite di beni verso la Russia (-24,2%) mentre si rileva, dopo mesi di continua e sostenuta espansione, una battuta d’arresto per le esportazioni verso gli Stati Uniti (-8,1%), in parte condizionata dalla sfavorevole dinamica delle vendite di metalli preziosi.

Le importazioni da Russia (-14,2%), OPEC (-12,5%) e Stati Uniti (-8,1%) sono in forte calo; gli acquisti da paesi ASEAN (+13,6%), Svizzera (+8,4%) e Cina (+4,8%) risultano in espansione.

Rispetto all'anno precedente, nel 2015 si rileva un incremento del contributo dell’Italia alle vendite dei paesi Ue negli Stati Uniti, Russia e India e una riduzione in Cina e Giappone.
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