(Teleborsa) - I bond italiani a lunga scadenza fanno presa soprattutto sui fondi e sugli investiori esteri.
E' quanto emerso dai dettagli sull'
emissione del BTP a 30 anni - con scadenza 1 marzo 2048 e cedola annua del 3,45% - diffusi oggi dal Ministero delle Finanze.
La
domanda complessiva è stata di 23,7 miliardi di euro. Quasi metà del collocamento è stato sottoscritto da
fund manager (44,9%) mentre le banche hanno sottoscritto circa un terzo (32,7%).
Investitori con un
orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato circa l’8,6% (in particolare il 5,0% è stato assegnato a
banche centrali e
istituzioni governative mentre il 3,6% è andato a
fondi pensione e assicurazioni). Agli
hedge fund è stato collocato circa il 13,6% dell’ammontare del nuovo titolo. Le
imprese non finanziarie hanno partecipato all’emissione con una quota residuale pari allo 0,2% circa.
Estremamente diversificata la distribuzione geografica del titolo, con una
partecipazione estera che si è aggiudicata poco meno dei due terzi del collocamento contro una partecipazione domestica pari al 36,2% circa.
Tra gli investitori esteri, di rilievo è stata in particolare la quota sottoscritta da investitori residenti in
Gran Bretagna e Irlanda (circa 31,8%). Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in
Europa continentale (circa 25,6%), ed in particolare in
Germania/Austria (10,1%), nei
paesi nordici (5,5%), in
Francia (4,2%), nel
Benelux (1,4%) e nella
penisola Iberica (1,2%).
Da notare la partecipazione anche degli investitori
svizzeri per una quota pari a circa il 2,9%. Al di fuori dell’Europa, significativa la partecipazione di
investitori nord-americani (USA e Canada) che si sono aggiudicati circa il 6,1% dell’emissione. Infine, una quota residuale è stata allocata ad investitori di altri paesi europei (0,5%) e presso gli investitori asiatici per circa lo 0,2% del collocamento.