Facebook Pixel
Milano 17:35
34.249,77 +0,91%
Nasdaq 18:25
17.717,35 +1,65%
Dow Jones 18:25
38.254,73 +0,44%
Londra 17:35
8.139,83 +0,75%
Francoforte 17:37
18.161,01 +1,36%

Davide Scotti, Fondazione LHS da 10 anni in campo per più sicurezza sul lavoro

Economia, Sostenibilità
Davide Scotti, Fondazione LHS da 10 anni in campo per più sicurezza sul lavoro
(Teleborsa) - A margine del seminario di Confindustria Trento per la sicurezza sul lavoro, Teleborsa ha incontrato David Scotti, Segretario generale di Fondazione LHS – Leadership in Health and Safety – un’organizzazione no profit voluta e costituita nel 2010 da Saipem per diffondere una nuova e diversa cultura di salute e sicurezza attraverso un focus di attività di formazione e comunicazione non convenzionale.

Un focus su diversi punti fondamentali: Cultura, Comportamento, Leadership , Cambiamento e comunicazione non convenzionale. Davide Scotti in Saipem è responsabile del Dipartimento Cultura, Comunicazione e formazione della sicurezza.

La Fondazione si ispira a valori quali la centralità della vita umana, la tutela del benessere della persona, la passione per la ricerca e l’innovazione, LHS si propone di cambiare radicalmente la concezione della salute e della sicurezza diffondendo un metodo innovativo e capace di incidere stabilmente nella cultura delle persone.

Fondazione LHS, perché?

Nasce da un'idea in Saipem. 10 anni fa avevamo l'esigenza di avviare un grande percorso di cambiamento culturale in termini di salute e sicurezza sul lavoro. Lo abbiamo fatto con lo sviluppo di un programma di leadership in Health and Safety che ha contribuito a generare un grande cambiamento organizzativo. Da questo successo interno è nata l'idea di mettere a disposizione questa metodologia e questo know-how che l'Industria ci ha riconosciuto come "eccellenza internazionale".

Saipem opera in circa 60 Paesi del mondo, come è stata la risposta nelle diverse zone?

Le sfide sono tantissime. Saipem opera in tutto il mondo ed è una delle Industrie più pericolose. Abbiamo a che fare con uomini e donne di 120 Paesi diversi. La sfida è quella di arrivare a tutti e di ingaggiare la forza lavoro sui temi di salute e sicurezza. La chiave che abbiamo trovato e che ci ha permesso di arrivare è stato su tutti il canale emozionale, riuscire a parlare con le persone, aiutare leader aziendali a comunicare la sicurezza in maniera diversa per parlare direttamente al cuore di chi opera Questo è un po' il focus del nostro programma.

Ci sono differenze nelle varie zone del mondo sul grado di recepimento dell'iniziativa?

Naturalmente ogni zona ogni paese ha la sua cultura, il suo modo di fare le cose. Noi vogliamo creare un'azienda dove il modo di fare le cose e il modo di lavorare in sicurezza sia lo stesso a prescindere dalla zona nella quale ci si trova. Per fare ciò naturalmente bisogna adattarsi al contesto e all'ambiente.

Le risposte più positive dove le avete avute?

Le risposte più positive sono generali, non c'è una zona un'area in particolare. In 10 anni è cambiato il modo con cui questi temi sono percepiti a tutti i livelli, soprattutto in quelli più alti. Quindi abbiamo un forte impegno da parte del Management, per cui a cascata si diffonde a tutti i lavoratori .La cosa bella è che questa esperienza di successo parte da una grande azienda come Saipem che ha messo a disposizione di tantissime altre imprese. Stiamo quindi aiutando tantissime altre aziende italiane e internazionali ad avviare un loro autonomo percorso di cambiamento.

Una delle novità più rilevanti in programma a breve termine?

Naturalmente attraverso la Fondazione, che nasce all'interno di Saipem soprattutto per perseguire la mission sociale, noi vogliamo cambiare la cultura di sicurezza non solo nell'industria ma anche nella società E quindi è fondamentale "seminare" nei giovani nelle scuole, investire sul futuro. Stiamo quindi portando questi programmi, queste idee, adattate ai target diversi. Per arrivare ai bambini nelle scuole elementari e raggiungere i ragazzi più grandi delle scuole medie superiori, fino alle Università. Stiamo facendo ciò anche con una "rete di ambasciatori" che abbraccino i valori della Fondazione e a loro volta diffondano e si facciano propagatori di questa idea.

Condividi
```