(Teleborsa) - Pensioni in primo piano nell'agenda del
nuovo Governo targato
Giuseppe Conte.
Luigi Di Maio nella sua nuova veste di
Ministro di Lavoro e Sviluppo Economico intende introdurre la
Quota 100 per arrivare alla pensione.
Il vicepremier pentastellato che non ha mai fatto mistero di volere superare la
Legge Fornero, ha spiegato come funziona l'ipotesi che consiste nella possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell'età anagrafica e degli anni di contributi versati dal lavoratore è almeno pari a 100. Esempio: 36 anni di versamenti e 64 di età. Pronte le repliche.
Cesare Damiano del PD spiega: "se fosse vero che parte da 64 anni di età,
questa scelta rappresenterebbe una penalizzazione per chi svolge attività gravose perché questi lavoratori possono andare in pensione a 63 anni con Quota 99 (63 più 36 di contributi). Non solo, per chi è disoccupato o ha un familiare disabile a carico, i contributi scendono a 30 anni (Quota 93). Per le donne, poi, c'è uno sconto ulteriore di un anno per ogni figlio (massimo 2 anni), che porta i contributi necessari a 28 anni (Quota 91). Inoltre, non bisogna dimenticare sempre per queste 15 categorie di lavoratori, che svolgono attività gravose, c'è anche il blocco dell'aggancio dell'età della pensione all'aspettativa di vita".
Secondo
Alberto Brambilla che ora la Lega vorrebbe al fianco di
Luigi Di Maio al Ministero del Lavoro, l'abolizione della
Riforma Fornero sulle pensioni costa molto meno di quanto stimato dall'INPS: "bastano 5 miliardi".
Brambilla, esperto di previdenza e già sottosegretario al
Welfare nei governi Berlusconi tra 2001 e 2005, e Presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale presso il Ministero del Lavoro per quattro anni (2008-2012), dalle pagine de
La Repubblica ha spiegato che "l'allarme sui conti è infondato".
Quanto al
Jobs Act, ha dichiarato "ha cose buone, ma va destrutturato".