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Tassi USA: Fed avanti tutta ma Powell riflette su inflazione e salari

Ieri sera la Banca Centrale USA ha aumentato il costo del denaro e prospettato altri due rialzi nel corso del 2018. Il Chairman resta però cauto

Economia
Tassi USA: Fed avanti tutta ma Powell riflette su inflazione e salari
(Teleborsa) - L'economia statunitense è in ottima forma, anche se vi sono alcune "tessere" da sistemare, come in un puzzle.

E' questo, in estrema sintesi, quanto dichiarato dal Chairman della Federal Reserve, Jerome Powell, durante la conferenza stampa seguita all'annuncio tassi.

Ieri, 13 giugno, il Federal Open Market Committee (FOMC), comitato di politica monetaria della Fed, ha alzato il costo del denaro di un quarto di punto all'1,75 - 2%, centrando in pieno le attese degli analisti.

Si tratta del settimo aumento da fine 2015, del secondo di quest'anno e dell'era Jerome Powell.

La decisione di aumentare i tassi sui Fed funds riflette il continuo miglioramento dell'economia americana, con l'inflazione in crescita e la disoccupazione in calo.

Per questo la Banca Centrale americana ha deciso di adottare un atteggiamento più aggressivo, prospettando quattro aumenti nel corso del 2018 al posto dei tre precedentemente stimati.

Sul ritmo dei rialzi, però, non c'è ancora piena unanimità. Otto funzionari della Fed si aspettano quattro rialzi, sette restano fermi su tre aumenti.

Questa mancanza di unanimità riflette l'incertezza sull'aumento dell'inflazione e la lenta crescita dei salari.

Il barometro dell'inflazione preferito dalla Fed, l'indice PCE, ha già raggiunto l'obiettivo di lungo termine del 2% fissato dalla Banca. Eppure la Banca Centrale prevede che l'inflazione si attesterà intorno al 2,1% entro la fine dell'anno, stimando dunque un rallentamento dei prezzi verso la fine dell'anno.

Inoltre Powell e colleghi trovano "sorprendente il basso tasso di crescita delle retribuzioni", nonostante il momento di grazia del mercato del lavoro a stelle e strisce e la crescente carenza di manodopera qualificata.

La domanda che aleggia in seno al FOMC è pertanto: "quanto può spingersi la Fed prima di danneggiare l'economia?".

"Se aumenti i tassi troppo rapidamente, aumenti la probabilità di mandare l'economia in recessione", ha spiegato il Chairman, concludendo che al momento è come se la Fed avesse tra le mani "un puzzle". Puzzle che il Presidente tenterà di illustrare al meglio al termine di ogni meeting di politica monetaria. Ieri Powell ha annunciato che terrà una conferenza stampa al termine di tutte e otto le riunioni del Federal Open Market Committee (in precedenza erano previste solo quattro press conference).

E forse questa, assieme alla volontà di portare avanti una strategia di comunicazione chiara, è l'unica novità del meeting di ieri.

Tornando alla politica monetaria, la Fed ha confermato tre aumenti dei tassi nel 2019 e uno nel 2020. L'obiettivo è quello di portare il suo tasso di riferimento fino al 3,4% per poi normalizzarlo a circa il 3% o poco meno.


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