(Teleborsa) -
L'evasione fiscale rappresenta uno dei principali
ostacoli al risanamento economico dell'Italia. Una vera e propria piaga, difficile da debellare. Lo dicono, ancora una volta, i numeri:
a maggio l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 4,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con punte record nel nord dove ha raggiunto il
6,5%. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine di
180,7 miliardi di euro l'anno. La stima è stata effettuata dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche "Antonella Di Benedetto" di Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it -
Associazione Contribuenti Italiani, analizzando i dati de Lo Sportello del Contribuente e cinque aree di evasione fiscale analizzate:
l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. In testa tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la
Lombardia, con +6,3%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 5,4% e la Valle d'Aosta con +5,1%. A seguire la Liguria con +4,8%, il Piemonte con 4,7%, il Trentino con 4,1%, il Lazio con +3,9%, , l'Emilia Romagna con +3,8%, la Toscana con +13,6%, le Marche con +3,3%, la Puglia con +2,6%, alla Campania +1,0 %, la Sicilia con +0,6% e l'Umbria con +0,1%. La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell'evasione fiscale.
In percentuale, il dato lombardo aumenta, nel 2018, di circa il 7,2%. In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da
bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).