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Manovra, il governo tira dritto: deficit e crescita invariati e dismissioni per 18 miliardi

Al termine del Consiglio dei ministri vengono confermate tutte le previsioni contenute nel NADEF, deficit al 2,4% PIL all'1,5% e l'impianto della Legge di Bilancio

Economia
Manovra, il governo tira dritto: deficit e crescita invariati e dismissioni per 18 miliardi
(Teleborsa) - Nessun ripensamento da parte del governo italiano sulle previsioni di deficit e crescita, che vengono confermate al 2,4% quanto a disavanzo ed all'1,5% per il PIL. La Manovra viene dunque confermata quanto a saldi e misure in esso contenute, mentre si stima che con le dismissioni pubbliche entreranno circa 18 miliardi ed il debito pubblico scenderà al 126% del PIL nel 2021.



E' quanto emerso al termine del Consiglio dei Ministri di ieri 13 novembre 2018, preceduto da un vertice a quattro fra il Premier Conte, i vicepremier Salvini e Di Maio ed il Ministro dell'Economia Tria. Il CDM era stato convocato per esaminare la lettera di risposta da inviare alla Commissione europea dopo i rilievi sollevati sulla Legge di Bilancio il 23 ottobre scorso.

"Il Consiglio dei Ministri, tenuto conto della lettera ricevuta dalla Commissione europea il 23 ottobre scorso, ha condiviso i contenuti della risposta predisposta dal Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria", sottolinea ila nota di Palazzo Chigi, rifacendosi alla lettera inviata dal Ministro dell'Economia a Bruxelles, in cui si afferma "Il governo conferma l'impegno a mantenere i saldi di finanza pubblica entro la misura indicata nel documento di programmazione" ed in particolare che "il livello del deficit al 2,4% del PIL per il 2019 sarà considerato un limite invalicabile". Tuttavia, si assicura che "l'indebitamento netto sarà sottoposto a costante monitoraggio" verificando passo passo le deviazioni e predisponendo , eventualmente, "le conseguenti iniziative correttive nel rispetto dei principi costituzionali".

Il nuovo DPB (Documento Programmatico di Bilancio) - spiega Tria nella missiva - contiene anche alcune "importanti innovazioni" ed in particolare l'obiettivo di innalzare all'1% del Pil per il 2019 l'obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico. Si parla di dismissioni pubbliche nell'ordine dei 18 miliardi, che "costituiscono un margine di sicurezza" e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito/PIL pari a 0,3 punti quest'anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2% del 2017 al 126% del 2021.

Per quanto concerne il PIL, Tria afferma che "il governo resta fiducioso sulla possibilità di conseguire gli obiettivi di crescita", in quanto nella Manovra è stata considerata la crescita tendenziale, non quella programmata, introducendo così "un cuscinetto di salvaguardia" anche nel caso in cui gli obiettivi di crescita non siano pienamente conseguiti.

Quanto agli obiettivi, il Ministro richiama la necessità colmare il persistente divario del PIL rispetto alla media europea e di porre rimedio ad una serie di piaghe sociali, quali la disoccupazione, il disagio sociale e la povertà.

Sul capitolo spese, il governo chiede "l'applicazione della flessibilità per eventi eccezionali" (maltempo e Ponte Morandi) per contrastare il dissesto idrogeologico e per la manutenzione straordinaria delle strade pari a circa lo 0,2% del PIL, quantificabili in circa 3,6 miliardi.

"La manovra per quanto ci riguarda non cambia né nei saldi né nella previsione della crescita, perché è nostra convinzione che questa manovra è quello che serve al Paese per ripartire", ha dichiarato Luigi Di Maio al termine del CdM.

Prima della riunione, Salvini aveva già avvertito "stiamo lavorando a una manovra che garantisce più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse non per tutti ma per tanti italiani. Se all'Europa va bene siamo contenti, sennò tiriamo dritto".
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