(Teleborsa) - Dopo aver incassato il
no all’ accordo sulla Brexit raggiunto lo scorso novembre rigettato dalla
Camera dei Comuni con un pesante scatto,
Theresa May tira un piccolo sospiro di sollievo (per ora), salvandosi dalla
mozione di sfiducia presentata dal leader laburista
Jeremy Corbyn, respinta con
325 voti contro 306. Il governo ha dunque retto mantenendo la maggioranza seppur per soli
19 voti. Niente nuove elezioni, dunque, ma la signora di
Downing Street deve fare i conti con missione più difficile da compiere: realizzare la
Brexit “ordinata”. I 118 conservatori ribelli e i 10 alleati unionisti nordirlandesi che 24 ore prima avevano votato contro il suo accordo, mandando l'esecutivo sotto di 230 voti aprendo a una disfatta senza precedenti, si sono
riallineati.MAY: "AVANTI CON LA BREXIT" - La premier britannica ha quindi annunciato che avvierà una serie di incontri
“con uno spirito costruttivo” invitando gli altri a fare lo stesso. Poi lunedì prossimo, 21 gennaio, tornerà di nuovo alla Camera dei Comuni per presentare il
piano B, alla luce di quello che sarà emerso dagli incontri.
Corbyn apre al dialogo con condizione: "Discutiamo ma via dal tavolo il no deal" – Nel frattempo, il leader dell’opposizione laburista britannica,
Jeremy Corbyn, apre al dialogo ma ha chiesto alla premier Tory di
“togliere dal tavolo” qualunque ipotesi di divorzio no deal dall’Ue.
Le reazioni dell’Ue -
Merkel e Macron sembrano pronti a concedere tempo a Londra, ma non a riaprire i negoziati. E anche
l'Ue ribadisce:
"L'accordo non può essere rinegoziato".