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"Di Uomini e ferro", Cantamessa: "Storia di una grande famiglia e patrimonio inimmaginabile"

Intervista TLB al Direttore generale della Fondazione FS Luigi Cantamessa

Economia, Trasporti
"Di Uomini e ferro", Cantamessa: "Storia di una grande famiglia e patrimonio inimmaginabile"
(Teleborsa) - Gli uomini, le tecnologie, il coraggio e la tenacia nel contribuire allo sviluppo del Paese: questo il leitmotiv della pubblicazione "Di Uomini e Ferro" presentata ieri a Milano e frutto di una collaborazione fra Fondazione FS e RCS (Gruppo Mondadori).

In occasione dell'evento, Teleborsa ha intervistato il Direttore generale della Fondazione FS, Luigi Francesco Cantamessa.

"Direi frutto del lavoro di centinaia di migliaia di ferrovieri che hanno servito le Ferrovie dello Stato da 1905 ad oggi", ha sottolineato Cantamessa, aggiungendo che "questo libro non è altro che il ritratto di una grande famiglia, una famiglia allargata con una casa grandissima, fatta di ponti, di sottovia, di infrastrutture e di stazioni".

"E' la grande rete dei 17 mila chilometri che vanno dal Brennero sino alla Sicilia - ha affermato - raccontati così, con inmagini evocative, con questi finestrini che si abbassano, con i bambini con i calzoncini corti che non potevano mettere il piede sul sedile, con la mamma che gli dava il cestino di viaggio, insomma con tutto questo amarcord veramente nostrano che il treno ha sempre recato con sé".

"Ma oltre a questo aspetto romantico - ha aggiunto il direttore generale della Fondazione - c'è anche una grande indagine sulla tecnica e l'evoluzione del nostro sistema ferroviario".


"Pochi sanno che gli italiani sono stati antesignani in alcuni campi dell'ingegneria ferroviaria. Gli elettrotreni che oggi corrono in tutta Europa sono stati sperimentati per la prima volta in Italia durante il Ventennio", ha raccontato Cantamessa, aggiungendo "la littorina, questo autobus su rotaia, così veloce e leggero, è stato inventato in Italia ed esportato poi in tutte le ferrovie del mondo".

"E poi il design dei nostri interni: le poltrone del Settebello forse si fanno battere solo da confort delle carrozze pullman della Compagnie de Wangon-Lits".

"E' un grande primato di storia, tecnica e di esercizio, soprattutto condito da un grande trasporto umano che rivive nelle pagine di questo libro".

Una gigantesca documentazione recuperata. Avrà un seguito?

"Non sarà l'ultimo, perché è tanta la storia da raccontare, ma soprattutto è tanto bella, per cui avremo un'altra produzione a seguire", ha promesso il manager della Fondazione.

"Non sapevamo - ha spiegato - non eravamo coscienti, perché il tempo è stato tanto, le tecnologie non c'erano, non eravamo coscienti di avere un patrimonio documentale fatto da mezzo milione di fotografie, che descrivono tutto del cambiare del costume degli italiani".

"La Fondazione FS le ha riordinate con strumenti informatici molto sofisticati, le ha completamente risanate, digitalizzate e quindi questo enorme patrimonio oggi è a disposizione di tutti".


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