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Coldiretti, inverno caldo e arido. Allarme per la pioggia che non c'è

Agricoltori preoccupati temono per il raccolto. Le riserve idriche scarseggiano. Po e grandi laghi in magra e aumento del rischio incendi

Agroalimentare, Ambiente, Economia
Coldiretti, inverno caldo e arido. Allarme per la pioggia che non c'è
(Teleborsa) - Italia a secco a seguito di un trimestre invernale che ha fatto registrare un deficit pluviometrico nazionale pari a -30%: circa 15 miliardi di metri cubi in meno di acqua rispetto alla media stagionale. La situazione peggiore è nel Nord Italia, dove le precipitazioni sono praticamente dimezzate. E' il risultato di una analisi Coldiretti sulla base di dati Meteoexpert dalla quale risulta che lungo la Penisola, l'area maggiormente penalizzata dalla mancanza di acqua sia la zona del Nord-Ovest. Zona dove, per di più, è stata registrata la più elevata anomalia termica stagionale, con temperature superiori di 1,2 gradi la media.



Il bilancio alla fine del primo trimestre 2019 risulta grave come quello del 2017, uno degli anni peggiori del secolo, con difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani con un costo intorno ai 2 miliardi di euro in danni all'agricoltura. La siccità che aveva infatti ridotto i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche ai vigneti e al fieno per l'alimentazione del bestiame per la produzione di latte.

L'anomalia climatica di quest'anno ha già compromesso le riserve nel terreno, con montagne senza neve le montagne e invasi idrici a secco con portata d'acqua sensibilmente ridotta che interessa anche fiumi e laghi. Il Po, ad esempio, al tradizionale posto di controllo del Ponte della Becca (PV) è già a 3,12 metri sotto lo zero idrometrico; il lago di Como ha un riempimento di appena il 7,6% con un livello di -27,7 centimetri vicino al record negativo storico registrato nel 1958, mentre il Maggiore è riempito solo per meno di un terzo (29,5%) del suo potenziale con un livello di appena 8,7 centimetri.

Situazione che ha fatto scattare l'allarme per le semine primaverili; ma destano preoccupazione anche le piante da frutto fiorite in anticipo per le alte temperature. Se da un lato infatti il "bel tempo" ha permesso agli agricoltori di per preparare il terreno alla semina in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che può avvenire solo in presenza di buona umidità del terreno.

Una situazione che favorisce anche gli incendi, come dimostrano dati Effis dai quali si evidenzia che in Italia è scoppiato più di un incendio al giorno, con ben 97 disastrosi focolai dall'inizio dell'anno. Con la conseguenza di 2576 ettari bruciati contro gli appena 4 roghi dello stesso periodo del 2018 e 26 ettari devastati. L'arrivo del maltempo è così atteso con sempre maggiore ansia, sempre che non si tratti di temporali violenti e devastanti


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