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Governo nel mirino, il DEF non convince: i dubbi di Confindustria e Sindacati

"Dice poco sulle principali linee della prossima Legge di Bilancio", questa la posizione degli Industriali

Economia, Politica
Governo nel mirino, il DEF non convince: i dubbi di Confindustria e Sindacati
(Teleborsa) - Governo ancora nel mirino. Confindustria e Sindacati, di solito su fronti opposti, nel corso delle audizioni sul DEF, il Documento di Economia e Finanza, elencano più di qualche perplessità, segnando dunque nuove distanze con l'esecutivo.

CONFINDUSTRIA “NON CI VEDE CHIARO” – Il DEF dice poco sulle principali linee della prossima Legge di bilancio. Dice che il deficit calerà e quindi implicitamente si assume che l’IVA aumenterà; ma allo stesso tempo lascia aperta la possibilità che questo non avvenga, senza però spiegare quali misure compensative verranno messe in campo. Si parla di flat tax senza spiegare come verranno reperite le risorse. Questo atteggiamento rischia di aumentare l’incertezza e rallentare l’economia". Questa la posizione di Confindustria in audizione sul Def, sottolineando che serve “chiarezza sulle direttrici di politica economica”.

LA BOCCIATURA DEI SINDACATI – "Il Def in nessuna parte indica un’intenzione di procedere alla sterilizzazione degli aumenti Iva”. Così la Cisl nel corso dell'audizione sul Def in Senato, sottolineando che "lo scatto delle aliquote riabbasserebbe la dinamica dell’economia italiana, sul limite della stagnazione, agendo su consumi e investimenti".

LA SCURE DELL’IVA – "Se scatta l’Iva, andiamo sotto zero di crescita; se non si fa l’aumento dell’Iva, andiamo probabilmente sopra il 3% di deficit e verso il 135% nel rapporto debito-Pil. Questa è l’alternativa tra Scilla e Cariddi del Governo", si precisa ancora.
“Oltre che avere un effetto recessivo – aggiunge il sindacato – l’attivazione delle clausole Iva avrebbe un effetto sull’inflazione”.

FLAT TAX SUL BANCO DEGLI IMPUTATI – Nel mirino anche la Flat Tax, misura a trazione leghista, nuovo vessillo in campo fiscale del Vicepremier Salvini. La Cisl ribadisce "la necessità di una revisione complessiva del nostro sistema fiscale ed una sua semplificazione e razionalizzazione, anche per quel che riguarda le cosiddette tax expenditures, senza però che ciò significhi ingiustificati e inaccettabili vantaggi fiscali per i redditi più alti come invece farebbe la flat tax che rischia di generare ulteriori distorsioni e lasciare modesti recuperi a tutti coloro che maggiormente hanno sopportato i costi della crisi".

ALLARME MEZZOGIORNO – In questo clima di sfiducia per il prossimo futuro, c’è da fare i conti con un presente tutt’altro che roseo: a scattare la poco incoraggiante fotografia di come il Paese ci ha pensato il Rapporto Svimez. Se al Nord il Pil tendenziale, cioè al netto di nuovi interventi, è appena sopra lo zero, a +0,2%, al Sud siamo già sotto zero. E anche lo scenario programmatico, quello che tiene conto del decreto crescita e dello sblocca-cantieri, non rassicura. Anzi. Il Mezzogiorno è già in recessione.
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