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Brexit più vicina: progressi nelle trattative tra May e Corbyn

La Premier punta a concludere prima possibile i colloqui con l'opposizione, intanto il Labour appare diviso sull'eventualità di appoggiare un nuovo referendum

Economia
Brexit più vicina: progressi nelle trattative tra May e Corbyn
(Teleborsa) - Theresa May è sotto assedio ormai da mesi nel tentativo disperato di risolvere il Rebus Brexit. Proseguono ormai da giorni le trattative per cercare di sbrogliare la matassa e si registrano importanti passi avanti.

Fonti governative citate dal Guardian riportano infatti che la Premier punta a chiudere i colloqui entro la settimana, intanto dopo l'incontro con le opposizioni, Downing Street ha definito "serio e costruttivo" il negoziato con il Labour, riferendo che ci saranno nuovi incontri "per portare il processo a conclusione".

VERSO ACCORDO BIPARTISAN
- Un eventuale accordo bipartisan tra Governo e opposizione laburista punterà a garantire l'approvazione in Parlamento dell'Accordo di recesso negoziato con Bruxelles. In alternativa, si tenterà di individuare un percorso parlamentare condiviso con la garanzia che si arriva ad un risultato certo.

CORBYN SOTTO PRESSIONE - Nel frattempo, se Theresa May non se la passa di certo bene, stretta nella morsa di quanti la vorrebbero scaricare ormai da tempo, pronti a fare lo sgambetto finale, anche Jeremy Corbyn, il leader dei laburisti, è sotto pressione. Il Labour, infatti, appare diviso sull'eventualità di appoggiare un nuovo referendum.

Corbyn sostiene la possibilità di un secondo referendum sulla Brexit come “ultima spiaggia” per evitare un no-deal, mentre il vice Tom Watson, accogliendo la richiesta di buona parte dei militanti e dei deputati del partito, punta ad un nuovo voto popolare senza se e senza ma.

IL POPOLO DEL "REMAIN" - Intanto, secondo dati dell'Eurobarometro pubblicato nelle scorse ore dalla Commissione Europea, se domani fosse indetto nel Regno Unito un nuovo referendum per lasciare l'Unione europea, solo il 37% dei cittadini britannici voterebbe per la Brexit, il 45% per restare, mentre il 18% non saprebbe cosa fare.
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