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Arcelor Mittal, cassa integrazione per 1.400 dipendenti a Taranto

Per l'ad Matthieu Jehl si tratta di misure temporanee: "Le condizioni del mercato sono davvero critiche in tutta Europa"

Economia
Arcelor Mittal, cassa integrazione per 1.400 dipendenti a Taranto
(Teleborsa) - Cassa integrazione per circa 1.400 dipendenti ArcelorMittal Italia dello stabilimento di Taranto. In una nota il gruppo annuncia la richiesta della Cig di un giorno a settimana per 13 settimane per i lavoratori dell'ex Ilva, specificando di aver già contattato i sindacati in vista dell'incontro in programma giovedì 6 giugno.

La decisione, spiega il gruppo, arriva a seguito della riduzione della produzione primaria in Europa a maggio: in particolare, per lo stabilimento tarantino si è registrata un rallentamento da 6 a 5 milioni di tonnellate.

"È una decisione difficile - spiega l'Amministratore Delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl - ma le condizioni del mercato sono davvero critiche in tutta Europa. Ci tengo a ribadire che sono misure temporanee, l'acciaio è un mercato ciclico".

Nella nota, ArcelorMittal Italia ha voluto confermare l'impegno "su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, al termine dei quali, con un investimento da più di 2,4 miliardi di euro, Taranto diventerà il polo siderurgico integrato più avanzato e sostenibile d'Europa"

Al momento è l'intero settore dell'acciaio europeo a soffrire con tutti gli indicatori che evidenziano un forte rallentamento del mercato e non solo nel settore automotive, attualmente in calo del 10%. L'indice Pmi è sceso a 47,4 nel marzo 2019, andando per il sesto mese consecutivo sotto quota 50 e raggiungendo il punto più basso dal maggio 2013.

Ad oggi si registra un'importante riduzione del consumo di acciaio a livello europeo e, anche italiano, che ha determinato un progressivo minor carico di ordini e, quindi, di lavoro. Accanto alla riduzione della domanda di acciaio in Italia si è registrato un aumento senza precedenti delle importazioni da Paesi Terzi: nei primi quattro mesi del 2019 le importazioni di prodotti da coils e lamiere sono aumentate del 51% rispetto allo stesso periodo del 2018 che già era stato un anno record per le importazione da Paesi Terzi.
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