(Teleborsa) - Restano le
divergenze tra
Italia e Commissione UE sulle stime sui
conti pubblici al termine della
prima giornata del Consiglio europeo. Il Presidente del Consiglio
Giuseppe Conte, ha avuto diversi
colloqui informali con i
leader UE, ma la trattativa è
tutta in salita mentre a
Roma diminuisce
l'ottimismo e sale la preoccupazione sul buon
esito del negoziato. CONTE A COLLOQUIO CON MERKEL, MACRON E BETTEL - A fine giornata, nel cuore della notte, Conte ha avuto un lungo colloquio finito alle 4 del mattino, con la Cancelliera tedesca Angela
Merkel, il Presidente francese Emmanuel
Macron, e con il Premier lussemburghese Xavier
Bettel, all'Hotel Amigo a Bruxelles. Lo hanno riferito fonti di Palazzo Chigi, senza precisare gli argomenti discussi ma per il Presidente del Consiglio senza dubbio l'occasione per parlare, oltre che delle nomine Ue, anche del
negoziato in corso con la Commissione Europea. BRUXELLES ALZA IL MURO - Al momento, però, da
Bruxelles scelgono la linea dura. “Prenderemo anche in considerazione la risposta di Conte, ma in questo momento una procedura per debito è giustificata, quindi andiamo a lavorare, in maniera costruttiva, per evitarla. Ma non lo si fa attraverso scambi,
commenti sulle regole: lo si fa sul rispetto delle regole che sono intelligenti e
favoriscono la crescita”, aveva detto il Commissario agli Affari economici
Pierre Moscovici rispondendo ai giornalisti sulla lettera inviata poche ore fa agli altri 27 Paesi membri UE, al Presidente della Commissione Ue
Jean Claude Juncker e al Presidente del Consiglio Ue
Donald Tusk. Tradotto: servono numeri e cifre convincenti. Non parole.
E di numeri e cifre, nella lettera inviata ieri dal
Presidente del Consiglio Conte per gettare le basi del negoziato se ne sono letti ben pochi.
Nel frattempo, il Premier insiste sul
“doppio binario”: sul fronte “tecnico“,annuncia che "mercoledì in
Consiglio dei Ministri faremo definitivamente l’assestamento di bilancio per certificare che i conti vanno meglio del previsto". Mossa anche da parte del Ministero dell’Economia che ha chiesto a
Cassa depositi e prestiti un extra dividendo
per quasi un miliardo di euro.Per scongiurare l’azione disciplinare sul bilancio, Roma mette sul piatto tagli per
2 miliardi di euro della spesa pubblica, concordata con l’Ue lo scorso dicembre, e risparmi di circa
3 miliardi in arrivo dal Reddito di cittadinanza e Quota 100.L’obiettivo è chiudere il 2019 con un
deficit al 2,1% del Pil, al di sotto dunque del 2,5% stimato dalla Commissione Ue ma sulla trattativa pesano anche gli impegni per il 2020,con particolare riferimento ai 23 miliardi di clausole Iva da disinnescare con tagli di spesa equivalenti e la flat tax alla quale la Lega non ha alcuna intenzione di rinunciare.
Insomma, la partita è appena iniziata e ancora tutta da giocare, ma dalle parti di
Roma, si sussurra che,
rebus sic stantibus, per
evitare la procedura di infrazione servirebbe un
vero e proprio miracolo.
Il Consiglio Europeo riprende oggi,
venerdì 21 giugno, alle
9.30.