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Italia, PIL fermo nel secondo trimestre

Il prodotto interno lordo ha segnato una variazione congiunturale nulla ed è diminuito dello 0,1% nel confronto dei tre mesi del 2018

Economia, Macroeconomia
Italia, PIL fermo nel secondo trimestre
(Teleborsa) - La stima completa dei conti economici trimestrali pubblicati dall'Istat conferma che nel secondo trimestre il PIL ha segnato una variazione congiunturale nulla, con una prosecuzione della fase di sostanziale ristagno dell’attività economica iniziata nel secondo trimestre 2018.

Nel dettaglio, nel secondo trimestre del 2019 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,1% nei confronti del secondo trimestre del 2018.
La variazione congiunturale diffusa in occasione della stima preliminare del 31 luglio 2019 era risultata anch'essa pari a zero; in quell'occasione la variazione tendenziale risultava nulla.

Il secondo trimestre del 2019 ha avuto una giornata lavorativa in più sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al secondo trimestre del 2018.La variazione acquisita per il 2019 è pari a zero.

Rispetto al trimestre precedente, tra i principali aggregati della domanda interna si registra una variazione nulla dei consumi finali nazionali e una crescita dell’1,9% degli investimenti fissi lordi. Le esportazioni sono cresciute dell’1% e le importazioni dell’1,1%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito alla variazione del PIL per +0,3 punti percentuali, con apporti nulli sia dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, sia della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP) e di +0,3 punti degli investimenti fissi lordi. L'apporto della domanda estera netta è risultato anch'esso nullo. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del PIL per 0,3 punti percentuali.

Dal lato dell'offerta di beni e servizi si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto dell’agricoltura e dell’industria, con diminuzioni, rispettivamente, dell’1,2% e dello 0,4%, mentre il valore aggiunto dei servizi è cresciuto dello 0,1%.
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