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Scuola, Cellulari in classe: un’arma a doppio taglio

Anief: Bisogna valutarne l’utilizzo

Economia, Scuola
Scuola, Cellulari in classe: un’arma a doppio taglio
(Teleborsa) - L'utilizzo di smartphone e tablet è allarme social; il problema è da ricercare nell'uso improprio dei telefonini in classe.

"Sono trascorsi dodici anni da quando una circolare del ministero della pubblica istruzione ha formalmente vietato i cellulari a scuola durante le ore di lezione, ma da allora la situazione è progressivamente finita fuori controllo tra atti di bullismo prima ripresi con gli smartphone poi condivisi sui social network e studenti sorpresi a copiare i compiti", riporta La Stampa.

Secondo il sindacato Anief, l'utilizzo massiccio e invadente di queste tecnologie, anziché elevare le conoscenze e in generale l'apprendimento, si sta rivelando sempre più un ostacolo all'evoluzione e al miglioramento, soprattutto tra le nuove generazioni. È stato dimostrato, infatti, che il telefono cellulare viene utilizzato dagli studenti 70 volte al giorno e sono molte le scuole ne hanno proibito l’uso. Anief ha chiesto di valutare di volta in volta l'utilizzo dei dispositivi tecnologici soltanto ai fini didattici.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è consapevole che l’uso del cellulare a scuola possa essere un’arma a doppio taglio: se è utile ai fini formativi, può anche danneggiare l’attenzione e la normale educazione scolastica. Per gli insegnanti in effetti lo strumento risulta davvero utile, sia per preparare le lezioni sia per rendicontare le valutazioni e le lezioni svolte. Pensare di inibirne l’uso solo perché vi sono casi che ci riportano un pessimo utilizzo di smartphone e tablet è inammissibile. Pacifico ha affermato infatti che "siamo favorevoli all'utilizzo dei dispositivi, ovviamente solo per motivi didattici, come la ricerca dei dati, ma anche per sperimentazioni e simulazioni".
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