(Teleborsa) -
Il petrolio risale un po' questa mattina, dopo l'ennesimo scivolone della vigilia. A turbare il mercato petrolifero sono le
ansie relative alla diffusione ed alla durata dell
Coronavirus, che crea
rischi potenzialmente enormi sull'economia mondiale. La Cina è infatti il maggior importatore di materie prime ed un rallentamento della sua economia avrebbe
impatti pesanti sui mercati delle commodities.
E' preoccupato il cartello dell'OPEC, tanto è vero che la
riunione "tecnica" dell'OPEC+, formulazione allargata dell'organizzazione dei produttori che include anche la Russia, ha parlato della possibilità di
estendere i tagli di produzione fra 800 mila e 1 milione di barili, rispetto ai circa 500 mila inizialmente ipotizzati.
Il cartello, secondo il
Wall Street Journal, punterebbe infatti a
creare uno "shock" di offerta, facendo invertire definitivamente la tendenza dei prezzi, dopo aver realizzato che il mercato avrebbe accolto con un certo
scetticismo tagli marginali dell'output. Sarà naturalmente la riunione
politica dei Ministri a Vienna a formalizzare questi tagli, ma se ne è parlato ieri molto seriamente.
Intanto, il future sul light crude, qualità di greggio nordamericana, scambia questa mattina a 49,82 dollari, in rialzo dello 0,42%, dopo aver perso da inizio anno oltre il 18% del suo valore. Stesso trend per il Brant del Mare del nord, che passa di mano a 54,18 dollari al barile, (+0,37%) ma segna da inizio anno un calo di quasi il 21%.