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PIL 4° trimestre confermato a -0,3%, variazione acquisita 2020 è negativa

Economia, Macroeconomia
PIL 4° trimestre confermato a -0,3%, variazione acquisita 2020 è negativa
(Teleborsa) - La crescita del PIL italiano nel 4° trimestre è stata confermata a -0,3% dall'Istat, che ha pubblicato oggi il dato definitivo, e segna una decisa inversione di rotta che porta in negativo l'eredità acquisita nel 2020 che si attesta a -0,2%.



Nel quarto trimestre del 2019 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è sceso dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (in linea con a stima iniziare). Il dato, in linea con il consensus, si confronta con un +0,1% registrato nel terzo trimestre.

La variazione tendenziale del PIL invece si attesta a +0,1%, un lieve ritocco all'insù rispetto alla crescita zero indicata in origine, ma risulta inferiore al +0,3% segnalato nel trimestre precedente e stimato dal consensus. Il quarto trimestre del 2019 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2018.

La diminuzione del PIL è stata determinata dalla domanda interna, in particolare dalla variazione delle scorte: al netto delle scorte la domanda interna ha contribuito negativamente per 0,2 punti percentuali alla crescita del PIL, mentre la variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,7 punti percentuali. Tutti i principali aggregati della domanda interna registrano diminuzioni, dello 0,2% per i consumi finali nazionali e dello 0,1% per gli investimenti fissi lordi.

La domanda estera netta ha fornito un ampio contributo positivo (+0,6 punti percentuali) derivante da una lieve crescita delle esportazioni (+0,3%) a fronte di una marcata riduzione delle importazioni (-1,7%). La contrazione dell’attività economica si è accompagnata ad una riduzione congiunturale dell’input di lavoro sia in termini di ULA sia di ore lavorate.

Si registrano andamenti congiunturali negativi sia per il valore aggiunto dell’industria sia per quello dei servizi, diminuiti rispettivamente dell’1,2% e dello 0,1%, mentre il valore aggiunto dell’agricoltura è cresciuto dell’1,4%.
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