(Teleborsa) -
L'automotive si trova in una
situazione senza precedenti. Lo afferma l'Anfia commentando i dati sulle
immatricolazioni auto, crollate a
marzo. Secondo i dati pubblicati oggi da
l Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, lo scorso mese il mercato italiano dell'auto registra 28.326 immatricolazioni, in calo dell'
85,4% rispetto allo stesso mese del
2019.
"Nel quadro della crisi economica più pesante dal secondo dopoguerra in cui la pandemia ci ha scagliato - afferma
Paolo Scudieri, Presidente di
Anfia - , i numeri del mercato auto a marzo raccontano la
gravità e l'eccezionalità di questo momento, in cui viviamo un
doppio shock: sull
'offerta, con il blocco degli stabilimenti produttivi - per l
'UE allargata al Regno Unito, ACEA ha stimato per 16 giorni di chiusura una perdita di oltre
1,2 milioni di veicoli, di cui
78.000 in Italia, senza contare il
fortissimo impatto sulla componentistica - e
sulla domanda, con l'inibizione dei consumi dovuta alla chiusura della rete di vendita. Fin da ora, bisogna fare i conti con le enormi preoccupazioni dei consumatori sull'impatto occupazionale della crisi - ricordiamo che la sola filiera produttiva automotive conta, in Italia, oltre
270.000 addetti - come mostra i
l clima di fiducia in ulteriore calo a marzo, dopo la flessione di febbraio. E' quindi del tutto impari il confronto con marzo 2019, quando nonostante un calo di mercato del 9,6%, dovuto anche alle criticità operative di attuazione del bonus per le vetture a basse emissioni di
CO2, le
immatricolazioni avevano superato le 194.000 unità e la produzione si era attestata sopra le 53.000 autovetture, di cui oltre la meta' destinate ai mercati esteri. Quello che è più
urgente in questo momento - prosegue Scudieri - è dare un aiuto concreto alle imprese per superare
l'impasse e arrivare preparate alla graduale riapertura delle attività, strutturando, al contempo, un più ampio piano di rilancio dell'intero settore - come stanno
facendo altri Paesi - per il quale la crisi attuale si inserisce nel contesto di una già
sfidante transizione industriale.
Quanto mai necessari interventi a supporto della
liquidità: chiediamo, chiarisce l'Anfia, la
conversione delle perdite fiscali in credito d'imposta,
l'introduzione di finanziamenti agevolati del capitale circolante con durata fino a 10 anni e garanzia dello Stato, la
sospensione di tutti i pagamenti per imposte,
tasse e contributi previdenziali e assistenziali fino alla fine del periodo di emergenza e una riduzione dei tempi necessari ad o
ttenere il rimborso dei crediti d'imposta.
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