(Teleborsa) - Sarà un'estate caratterizzata d
a vacanze brevi e solitarie, magari in mezzo alla natura in località di montagna o anche al mare, mentre le vacanze anomale sotto il segno del coronavirus vedranno
penalizzate le città d'arte. E' quanto emerge da una
indagine Confturismo-SWG sulla propensione a viaggiare da parte degli italiani.
I NUMERI DELL'INDAGINESale rispetto ad aprile, dal 19% al
48%, la quota di italiani che pensa di fare le valigie nei mesi
tra giugno e agosto. L’anno scorso, nello stesso periodo erano il 70%.
I viaggi saranno brevi, anzi brevissimi, massimo tre giorni. Sono
35 su 100 a dichiarare che comunque faranno viaggi brevi, con 2 o 3 pernottamenti al massimo, restando nelle
vicinanze di casa. A pensarla così, a maggio 2019, erano solo il 14%, meno della metà. E
un italiano su cinque pensa addirittura che
non farà vacanze quest’anno.
Sale anche la scelta della destinazione
mare per il 49% di chi farà vacanza – siamo ancora sotto il 61% del 2019 – mentre “prende quota” l’attrattività delle
mete montane, probabilmente percepite come spazi aperti e quindi più sicuri: il
23% contro il 18% di maggio 2019.
Effetto contrario per le
città d’arte, stabili da aprile al
17% delle preferenze degli intervistati e 9 punti sotto la rilevazione di maggio dello scorso anno.
Solo il 15% degli intervistati visiterà
musei, monumenti e mostre in vacanza, contro il 37% dello scorso anno: insomma, non sarà certo l’estate del turismo culturale.
EFFETTI NEGATIVI SUL COMMERCIO
Ciò porterà
effetti negativi a catena su tutto
l’indotto. Basti pensare allo
shopping ad esempio che, tra gli obiettivi della vacanza, è indicato solo dal
5% degli intervistati contro il 20% di maggio 2019. Un disastro annunciato per quelle attività dei servizi e del commercio locali che confidano sui turisti, ben più che sui residenti, per realizzare i loro obiettivi di volume d’affari.
PATANE': "SERVE DECRETO CURA TURISMO""Ignorare un quadro tanto drammatico e non reagire con immediatezza adottando provvedimenti focalizzati sul turismo sarebbe follia", dichiara il
Presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patané., aggiungendo "se il nostro è davvero un settore strategico per l’economia italiana - e non sta certo a noi doverlo dimostrare, perché basta guardare i fatti senza bendarsi gli occhi – allora il
Governo studi subito, dopo il Cura Italia, un decreto Cura Turismo".