(Teleborsa) -
L'inflazione si conferma modesta in Italia ad ottobre, in linea con le dinamiche dei
prezzi nell'Eurozona, nonostante il carrello della spesa si confermi piuttosto vivace, a causa degli aumenti die prezzi dei beni alimentari. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'
Istat, secondo cui i
prezzi al consumo ad ottobre sono
aumentati dello 0,2% su base mensile e confermano una
diminuzione dello 0,3% su base annua (era -0,6% di settembre). Viene dunque confermata un’inflazione negativa per il sesto mese consecutivo.
A determinare la stagnazione dell'inflaioine hanno contribuito i prezzi dei
Beni energetici (-9,5%), controbilanciati dall'accelerazione dei prezzi dei
Beni alimentari non lavorati (
+3,5% da +2,7% di settembre). In particolare, rallenta il calo degli Energetici regolamentati (da -13,6% a -9,6%), mentre accentuano la flessione gli Energetici non regolamentati (da -8,2% a -9,4%).
L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi
, accelera a +0,3% da +0,1%, mentre quella al netto dei soli beni energetici si porta a +0,5% da +0,2%.
Anche
l'aumento mensile dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei
Beni energetici regolamentati (+7,6%) e, in misura minore, di quelli de
i Beni alimentari non lavorati (+0,9%), solo in parte compensata dal
calo dei prezzi dei Servizi relativi ai
trasporti (-1,1%).
L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +1,0% a +1,4%), mentre quelli dei
prodotti ad alta frequenza d’acquisto continuano a registrare una flessione (da -0,1% a
-0,2%).
L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA)
aumenta dello 0,6% su base mensile e
diminuisce dello 0,6% su base annua (da -1,0% di settembre). L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi estivi prolungatisi anche a settembre di cui il NIC non tiene conto.
Consumatori: bene deflazione Ben accolta dalle associazioni dei consumatori la conferma di una tendenza deflazionistica. "
Bene che l'Italia resti tecnicamente in deflazione", afferma l'
Unione Nazionale Consumatori, aggiungendo "
a preoccuparci, comunque, è il rialzo del carrello della spesa". "Per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, la deflazione consente una diminuzione della spesa annua complessiva di 152 euro, con un ribasso di 216 euro per i trasporti e di 104 euro per l'abitazione, anche se il carrello della spesa a +1,4% incide sugli acquisti di tutti i giorni, che segnano un rialzo di 126 euro", Massimiliano Dona, presidente dell'UNC.
Agricoltori: effetto lockdown su prezzi alimentariColdiretti spiega invece l'aumento del
carrello della spesa, affermando che "con le prime
file davanti ai supermercati per l’effetto Covid, in controtendenza alla deflazione generale, salgono i prezzi al consumo nel carrello della spesa con un rincaro al dettaglio che va dal 10% per la frutta al 5,4% per la verdura".
Facendo riferimento all'aumento dell'1,5% dei beni alimentari, l'associazione che rappresenta gli agricoltori ricorda, a dispetto degli aumenti al dettaglio, che "i prezzi pagati agli agricoltori e agli allevatori spesso diminuiscono con le quotazioni riconosciute ai produttori che in molti settori non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale". Ed invita GDO e consumatori a "privilegiare sugli scaffali prodotti Made in Italy duramente colpiti dalla chiusura anticipata della ristorazione che ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale".