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Lavoro, "effetto Covid": crollano assunzioni nel 2020

- 31% su 2019

Economia
Lavoro, "effetto Covid": crollano assunzioni nel 2020
(Teleborsa) - Sono state 5.028.000 le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel corso del 2020 con una forte contrazione rispetto al 2019 (-31%) determinata dagli effetti dell’emergenza legata alla pandemia da Covid-19. È quanto emerge dall'Osservatorio sul precariato INPS nel quale viene chiarito che "tale contrazione, particolarmente negativa nel mese di aprile (-83%), si è progressivamente attenuata, in corrispondenza dell’allentamento delle misure restrittive nei mesi estivi scendendo sotto il 20% fino ad ottobre, per poi risalire contestualmente alla terza ondata della pandemia che ha richiesto l’adozione di nuove misure restrittive tanto che a novembre si è registrata una flessione del 25% e a dicembre (per quanto si tratti di dato provvisorio) del 42%. Il calo ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine (intermittenti,
somministrati, a tempo determinato)".

Dati gli effetti diffusi e trasversali - si legge - "la flessione ha riguardato nei primi due trimestri le assunzioni per tutte le classi dimensionali e per tutte le tipologie orarie; nel terzo trimestre si rileva, rispetto al terzo trimestre 2019, una crescita delle assunzioni stagionali in tutte le classi dimensionali e in tutte le tipologie orarie (effetto del ritardo provocato dalle mancate assunzioni nel secondo trimestre) e delle assunzioni con contratto intermittente nelle piccole imprese; nel quarto trimestre la flessione risulta di nuovo generalizzata a tutte le classi dimensionali e tipologie orarie".

Le trasformazioni da tempo determinato nel 2020 sono risultate 553.000, anch’esse in flessione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-22%).

Le cessazioni, in complesso, 5.688.000. La diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-20%) è stata particolarmente accentuata per i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato nel periodo marzo-dicembre 2020 (pari rispettivamente a -29% e -31%). A tale scopo è stata determinante l’introduzione il 17 marzo (" DL CuraItalia”), ribadita con la successiva riconferma del 19 maggio (DL "Rilancio”), del divieto di licenziamento per ragioni economiche. Tale divieto è stato ancora riconfermato anche dal "DL Agosto” pur con la previsione di eccezioni (in particolare viene consentito il licenziamento in caso di cessazione dell’azienda). Allo stato attuale ulteriori proroghe ne hanno rinviato lo sblocco al 30 giugno 2021.

E ancora, nel periodo gennaio-dicembre 2020, 83.324 rapporti di lavoro (45.592 assunzioni e 37.732 trasformazioni a tempo indeterminato) hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017), valore in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-23%).

Il Covid 19 - rileva ancora l'Osservatorio - "ha determinato anche la contrazione dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO): ad aprile 2020 risultava pari al – 78%; nei mesi successivi si è progressivamente attenuata fino al -10% di agosto, ed è progressivamente peggiorata nei mesi successivi fino a raggiungere il -40% a dicembre (12.000 lavoratori impegnati contro 19.900 a dicembre 2019). L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta a dicembre pari a 291 euro, in crescita rispetto all’anno precedente".

Quanto ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, "a dicembre 2020 risultano circa 12.000, in crescita (+45%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando erano poco più di 8.000. Tra marzo e agosto 2020 si era registrato uno sviluppo enorme dell’utilizzo del Libretto Famiglia (a giugno i lavoratori interessati erano stati più di 300.000) da ricondurre all’introduzione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dall’articolo 23 comma 8 del DL “Cura Italia” e dall’articolo 72 del Dl “Rilancio”, pagati con titoli del libretto famiglia. Anche l’importo medio mensile lordo della remunerazione di questi lavoratori è tornato ai livelli precedenti la pandemia (172 euro a dicembre 2020 contro 161 a dicembre 2019) mentre nel periodo tra marzo e agosto oscillava tra i 500-600 euro".
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