(Teleborsa) -
Confermato il recupero dei Distretti del Triveneto nel 4° trimestre 2020, con alcuni che hanno addirittura superato il volume di export dell'anno precedente. Lo conferma il consueto Monitor trimestrale dei distretti industriali del Triveneto curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
Nel 4° trimestre, il volume delle
esportazioni dei distretti del Triveneto è sceso sotto i
9 miliardi di euro e
perdendo 3,9 miliardi di euro. Si sono ridotte, anche se in misura minore, le
importazioni che si sono fermate a
11 miliardi di euro, con una diminuzione di 1,7 miliardi di euro ed un
saldo commerciale finale di
19 miliardi di euro.
Nell’anno
l'export è stato pari a
30,6 miliardi di euro, valore che non si osservava dal 2014.
I distretti triveneti, hanno registrato una lieve
maggiore tenuta rispetto ai valori medi nazionali (-3,6% nel 4° trimestre e -11,2% nel 2020), proseguendo il percorso di recupero dei livelli di esportazioni del 2019 iniziato nel periodo estivo.
La
ripresa si è manifestata in modo più accentuato nei territori dove prevalgono le specializzazioni produttive nel comparto
Agroalimentare e ne
l Sistema casa, settori che hanno subito una minore flessione di domanda o l’hanno vista aumentare: è il caso del
Friuli-VG che nel 4° trimestre è entrato in
territorio positivo (+1%) trainato dal Sistema casa e del
Trentino AA (-0,2%) sostenuto dall’
Agroalimentare. I distretti Veneti hanno invece rallentato l’evoluzione trimestrale (-4,6% pari a -331,5 milioni di euro) a causa della flessione delle esportazioni nei distretti del comparto della moda che pesano per il 40,9% sul totale delle esportazioni.
Tra ottobre e dicembre segnali significativi di accelerazione si sono osservati nell’
Agroalimentare (+3,9%), nel
Sistema casa (+3,9%) e nei
Vini e bevande entrati in territorio positivo (+1,5%). I distretti della
meccanica, pur incontrando difficoltà nell’installazione di impianti all’estero, nell’approvvigionamento di materie prime e lamiera di acciaio (con prezzi in crescita), hanno ridotto le perdite (-3,8%). Restano in apnea la
filiera della pelle ed il
sistema moda che segnano ancora cali a doppia cifra (-11,2% per la pelle e -11,6% per la moda).