(Teleborsa) - "Il programma del
Recovery è di sei anni e vincola anche il prossimo Governo. È un
contratto". Lo ha detto il Ministro della Pubblica Amministrazione
Renato Brunetta in un'intervista rilasciata al
Corriere della Sera nel corso della quale non esclude un Governo Draghi anche dopo il
2023.
Per Brunetta "la pandemia ha messo a nudo i mali del Paese: le
corporazioni, i dualismi, gli egoismi, le miopie, la frattura fra garantiti e non. Ha approfondito i
punti di rottura, fin quasi al
baratro". Secondo il Ministro, "ora siamo nel
momento Draghi, che sta diventando leader d'Europa un po' perché è lui, un po' perché
Angela Merkel sta lasciando e in Francia
Emmanuel Macron è preso da questioni interne». "Il
punto è che la credibilità di Draghi è un
asset - sottolinea - e il valore è che
l'Italia di Draghi può fare deficit e debito senza pagarne le conseguenze nel giudizio dei mercati. Chiunque lo voglia far cadere deve sapere che non potrà fare né deficit né debito, perché non ne ha la
credibilità".
Il
PNRR "è un
Piano straordinario", che prevede "una spesa complessiva di quasi
250 miliardi. Domani sarà approvato definitivamente dal
Consiglio Ministri". "Ci saranno centinaia di migliaia di ingressi ogni anno per rinnovare lo stock ordinario dei dipendenti pubblici" e "v
orrei riportare, nell'arco dei prossimi anni, ai
4 milioni di occupati", così da "ripristinare funzioni specifiche e qualità necessarie", ha detto Brunetta, intervenendo al Festival del lavoro 2021, rimarcando la volontà di
"superare il blocco del turnover per ringiovanire, valorizzare riqualificare la Pa". Attualmente i dipendenti pubblici sono circa
3,2 milioni.