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Riforma fiscale, governo cerca sintesi politica: Flat tax e patrimoniale nodi da sciogliere

Tra le misure contenute nella prima bozza delle commissioni Finanze di Camera e Senato la riduzione dell'Irpef e l'abolizione dell'Irap

Economia
Riforma fiscale, governo cerca sintesi politica: Flat tax e patrimoniale nodi da sciogliere
(Teleborsa) - Ridurre l'Irpef per i contribuenti della terza fascia di reddito, superare l'Irap e istituire un nuovo Patto fiscale con i cittadini. Questi alcuni dei punti al centro della prima bozza di proposta di riforma fiscale avanzata dalle commissioni Finanze di Camera e Senato a conclusione dell'indagine conoscitiva Irpef condotta nei mesi scorsi. Il documento di 21 pagine, ancora "assolutamente preliminare e incompleto" – fa sapere il deputato di Italia Viva Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze – dovrebbe essere licenziato il 30 giugno e sarà la base su cui il governo dovrà costruire la legge delega entro la fine di luglio, come indicato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

"La struttura dell'Irpef – si legge nella bozza – va sostanzialmente ridefinita, in accordo con i richiamati obiettivi generali di semplificazione e stimolo alla crescita, adottando in particolare i seguenti obiettivi specifici: l'abbassamento dell'aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito 28mila-55mila euro e la modifica della dinamica delle aliquote marginali effettive, eliminando le discontinuità più brusche".

Per raggiungere tali obiettivi le Commissioni individuano preferenzialmente "un deciso intervento semplificatore sul combinato disposto di scaglioni, aliquote e detrazioni per tipologia di reddito, incluso l'assorbimento degli interventi del 2014 e del 2020 riguardanti il lavoro dipendente (Bonus Renzi ndr)" o "in subordine tramite un sistema ad aliquota continua limitato alle fasce di reddito medie (il cosiddetto 'sistema tedesco' ndr). Inoltre – prosegue il testo – dovrebbe essere prevista l'introduzione di un minimo esente senza obbligo di dichiarazione per i contribuenti che si collochino sotto la relativa soglia. Tale minimo esente dovrebbe preferenzialmente essere inteso come una maxi-deduzione a valere su tutta la distribuzione dei redditi (o su parte di essa) adeguando corrispondentemente il livello delle aliquote; in subordine, qualora il costo di questo intervento dovesse risultare incompatibile con gli equilibri di finanza pubblica, dovrebbe essere introdotto con la sola finalità di ridurre il carico burocratico sui contribuenti".

Sul fronte delle spese fiscali relative al consumo di particolari beni o servizi la bozza individua tre obiettivi: "una riduzione della loro numerosità; una semplificazione del sistema; il reperimento di risorse da destinare al raggiungimento dell'obiettivo di riduzione dell'aliquota media effettiva, in particolare sull'attuale terzo scaglione". Target che – scrivono le Commissioni – possono essere raggiunti attraverso "l'eliminazione di quelle spese fiscali il cui beneficio pro-capite medio (ovvero il numero di beneficiari) sia inferiore ad una soglia appositamente determinata; il passaggio (completo o parziale) del complesso delle agevolazioni sul lato delle uscite pubbliche, istituendo un meccanismo volontario di erogazione diretta del beneficio – a fronte del pagamento con strumenti tracciabili – con l'ausilio degli strumenti tecnologici a disposizione; una riduzione graduale e selettiva dell'ammontare percentuale del beneficio".



Nell'ottica di una semplificazione del sistema tributario, e all'interno di un complessivo quadro di riforma per cui valutare gli aspetti di redistribuzione del carico fiscale, le Commissioni concordano, inoltre, sulla necessità di una riforma che porti al superamento dell'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (Irap). L'operazione di semplificazione porterà anche a sfoltire i micro-tributi: accanto alle questioni più generali relative alle imposte sui redditi, nell'ottica di semplificazione e razionalizzazione del sistema tributario, le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno, infatti, condotto una specifica riflessione sui cosiddetti micro prelievi (imposte, tasse, diritti), erariali e territoriali, introdotti nel tempo. Il gettito di tali prelievi, singolarmente, è stato quantificato come inferiore allo 0,01% del totale delle entrate tributarie per lo Stato e allo 0,1% per le Regioni e i Comuni. Tra i micro-prelievi oggetto di riflessione vi sono: il cosiddetto Superbollo, la tassa di laurea, le tasse di pubblico insegnamento, l'imposta sugli intrattenimenti, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all'esercizio professionale, l'addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, l'imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto, l'imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.

I NODI ANCORA DA SCIOGLIERE – La sintesi politica va trovata entro la fine del mese ma i nodi da sciogliere sono ancora diversi. Sotto la voce "nodo politico da chiarire" figurano, in particolare, il regime di flat tax sulle partite Iva e la cosiddetta patrimoniale. Sul fronte del lavoro autonomo Lega, M5s e Iv sono favorevoli all'estensione dell'attuale sistema forfettario delle partite Iva mentre Pd e Leu sul punto appaiono perplessi. La Lega propone inoltre una flax tax incrementale, ovvero propone di applicare un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali agli incrementi di reddito realizzati rispetto all'anno precedente. Favorevole alla patrimoniale è, invece, solo Leu che chiede di introdurre un'imposta personale progressiva sui beni patrimoniali posseduti (mobiliari e immobiliari), al netto dei mutui e dei costi sostenuti, che sostituisca l'Imu. La nuova imposta, con franchigia, avrebbe un'aliquota dello 0,6% fino a 1,5 milioni di patrimonio, e aliquota massima dell'1% per i patrimoni più alti. Il Partito Democratico punta invece sulla tassa di successione chiedendo di portare al 20%, con la franchigia di 1 milione di euro per ogni beneficiario, l'aliquota per i trasferimenti in favore del coniuge o di parenti in linea retta di ammontare superiore a 5 milioni di euro. Il gettito aggiuntivo finanzierebbe l'istituzione di una "dote di autonomia" di 10 mila euro attribuita ai 18 enni provenienti da famiglie a reddito basso e medio e vincolata al finanziamento di spese per formazione e istruzione, lavoro e imprenditorialità, casa e alloggio. Sul fronte opposto la destra con la Lega propone l'esenzione dall'Imu per gli immobili nei comuni con meno di 3mila abitanti, quelli commerciali e produttivi sfitti, quelli inagibili e occupati e Forza Italia che chiede l'eliminazione delle tasse di successione e donazione e dice no a patrimoniali sui capitali privati. Contrari alla patrimoniale anche i 5 Stelle e Fratelli D'Italia. Sinistra italiana ha, invece, avviato una raccolta firme per chiedere una tassazione delle grandi ricchezze in modo da poter far pagare meno chi paga regolarmente le tasse.

(Foto: © lucadp / 123RF)
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