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Servizio idrico in Italia, ARERA pubblica prima analisi della Qualità Tecnica

26 aziende sul podio, con differenze Nord Sud

Economia
Servizio idrico in Italia, ARERA pubblica prima analisi della Qualità Tecnica
(Teleborsa) - Per la prima volta in Italia, il servizio idrico è stato misurato e giudicato, attribuendo premi e penalità ai gestori, per risultati raggiunti e consolidati nel 2018 e 2019. La graduatoria è stata pubblicata da Arera, l'Autorità per l'energia, le reti e l'ambiente con la delibera che conclude il primo biennio di applicazione del meccanismo incentivante. Le 66 posizioni più importanti (i primi 3 classificati - per ogni indicatore e complessivamente - negli anni 2018 e 2019, per i livelli di valutazione Avanzato e Eccellenza) sono occupate complessivamente da 26 gestori.



Le premiazioni - si legge nella nota ufficiale - sono concentrate al Nord del Paese (21 podi per il Nord Ovest e 24 per il Nord Est), seguiti dal Centro (con 18 podi). Solo 3 posizioni sul podio sono occupate da gestioni collocate nell'area geografica Sud e Isole, confermando il water divide da compensare, anche attraverso i meccanismi di incentivazione.

Perdite idriche, interruzioni di servizio, qualità dell'acqua erogata, adeguatezza del sistema fognario, qualità dell'acqua depurata e smaltimento dei fanghi, sono i 6 macro-indicatori sulla base dei quali ciascuno degli operatori del servizio idrico e' stato analizzato e classificato (per il primo biennio il tema delle interruzioni e' stato escluso dal meccanismo incentivante). Il complesso sistema di analisi dei dati ha permesso di codificare i risultati raggiunti in questi anni da 203 gestori, che complessivamente coprono l'84% della popolazione nazionale.

Analizzando i dati pervenuti fino al 17 luglio 2020, l'Autorità ha potuto assegnare un premio a chi ha raggiunto, mantenuto e migliorato gli obiettivi prefissati e una penalita' agli altri. L'ammontare di risorse dedicate alle premialità per il 2018 ammonta complessivamente a circa 63,2 milioni di euro e per il 2019 a circa 72,16 milioni di euro. Le corrispondenti penalità sono 3,9 milioni per il 2018 e 5,9 milioni per il 2019.
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