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Riforma pensioni, UE boccia anche Quota 102. L'appello dei sindacati: "Riaprire il confronto"

Sul tavolo la proposta dalla Lega "Quota 41"

Economia
Riforma pensioni, UE boccia anche Quota 102. L'appello dei sindacati: "Riaprire il confronto"
(Teleborsa) - In Italia "la spesa per le pensioni è destinata ad aumentare" a causa degli sviluppi demografici ed è "tra le più alte nell'Ue rispetto al PIL" limitando le risorse disponibili per maggiori spese a favore della crescita. È quanto sottolinea la Commissione europea nel Country Report sull'Italia incluso nel pacchetto di primavera.

Sebbene la riforma pensionistica del 2011 contribuisca a ridurre la spesa pensionistica nel lungo periodo, a breve e nel medio termine la spesa per le pensioni – evidenzia Bruxelles – "dovrebbe ancora aumentare sostanzialmente", con ulteriori aumenti della spesa a medio termine dalle recenti misure adottate come "Quota 100" per il periodo 2019-2021, e "Quota 102" per il 2022. Nel mirino della Ue anche gli altri altri programmi di prepensionamento a favore delle donne e dei lavoratori vulnerabili, prorogati ogni anno dal 2015. La Commissione ricorda infine anche che è stata sospesa fino al 2026 l'indicizzazione dei parametri rilevanti per la vita.

In tale scenario, in vista della definizione, entro i prossimi 4 mesi, della legge di bilancio i sindacati stanno intensificando il pressing per riaprire il confronto con il sulla mini riforma delle pensioni con il governo. "Sulle pensioni – ha affermato il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, a margine del congresso della Cisl – è stato fatto un lavoro al ministero con cui coniugare la flessibilità per andare in pensione anticipata ma all'interno del modello contributivo salvaguardando la sostenibilità finanziaria. L'agenda politica è stata poi occupata da eventi straordinari e drammatici come la guerra. Ma mi sembra ci sia tutta l'intenzione da parte del governo e del ministero di proprorre soluzioni che vadano esattamente in quella direzione, ovvero di coniugare flessibilità e conti. Analisi e conti sono stati fatti, i sindacati sono stati coinvolti. Ora il governo dovrebbe fare una sintesi".

La richiesta rilanciata dal XIX congresso della Cisl è la maggiore flessibilità per le pensioni con – in linea con la proposta della Lega – la possibilità di uscire dopo 41 anni di contributi o dai 62 anni di età. "Stiamo lavorando insieme con tutte le forze sindacali per Quota 41 per superare e azzerare la legge Fornero entro il 31 dicembre – ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine del congresso –. Siamo assolutamente in sintonia – ha aggiunto riferendosi al segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra – la necessità di tutelare lavoratori e pensionati è un impegno comune".

Favorevole a Quota 41 anche l'Ugl. "Il presidente Draghi ascolti le istanze dei lavoratori, convochi le parti sociali e riapra il tavolo di confronto sulla riforma delle pensioni interrotto a causa della guerra in Ucraina – ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl –. Urge un intervento volto a scongiurare il ritorno in vigore della legge Fornero e la scadenza di misure come Quota 102, Opzione Donna e l'Ape Sociale, a partire dal primo gennaio 2023. Come sindacato Ugl, ribadiamo l'importanza di prevedere nuovi strumenti di flessibilità in uscita che incentivino il turnover generazionale e l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Non accetteremo ulteriori tagli ai diritti acquisiti o misure di macelleria sociale a danno dei lavoratori, in nome dei vincoli di bilancio o dei 'diktat' di Bruxelles. Come evidenziato dall'Inps, attualmente il sistema appare sostenibile in quanto sono stati risparmiati 1,1 miliardi di euro di assegni previdenziali nel 2020 a causa dell'innalzamento della mortalità per effetto della pandemia. È fondamentale, dunque, partire da una proposta come Quota 41, che prevede 41 anni di contributi, a prescindere dall'età lavorativa, dando risposte certe ai lavoratori riguardo il proprio futuro".





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