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Banche, Uilca: "Utili in crescita a 6,8 miliardi di euro ma futuro incerto"

Pubblicata l'nalisi sui conti del semestre. Ricavi +3,9%. Inflazione, aumento dei costi di energia e materie prime incognite che pesano su famiglie e imprese. Rischio ripresa degli Npl

Banche, Economia
Banche, Uilca: "Utili in crescita a 6,8 miliardi di euro ma futuro incerto"
(Teleborsa) - Le dieci maggiori banche italiane nel primo semestre dell'anno hanno registrato una crescita complessiva del 5,5% dell'utile contabile, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, attestandosi a 6,8 miliardi di euro. È quanto emerge dall'analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra sui conti economici del primo semestre 2022 dei dieci maggiori istituti di credito italiani italiani.

"L'inflazione e l'aumento dei costi di energia e materie prime – commenta il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan – sono fenomeni cui non eravamo più abituati, come l'incremento dei tassi d'interesse che le banche centrali hanno iniziato a effettuare per raffreddare la crescita dei prezzi. Uno scenario che comporta il rischio di forti impatti negativi per famiglie e imprese".

La fragilita` economica, che potrebbe emergere a causa dell'aumento dei tassi d'interesse, e` ulteriormente accentuata dalle incertezze sull'andamento del contagio da Covid-19, ancora non del tutto debellato, come di altri possibili impatti che emergenze sanitarie e ambientali potrebbero produrre. "Tutto questo –sottolinea Roberto Telatin, responsabile Centro Studi Uilca Orietta Guerra – rende fragili i commerci mondiali, anche considerando le importanti restrizioni in Cina dove, in presenza di pochi casi di contagio da Covid-19, si registrano blocchi nella produzione manifatturiera e nell’interscambio commerciale".

I risultati economici, evidenzia il report, sono stati influenzati da operazioni straordinarie, quali l'acquisto di Carige da parte di Bper e le svalutazioni realizzate da Intesa Sanpaolo e Unicredit sugli assets coinvolti nella guerra della Russia contro l'Ucraina, che tuttavia non sembrano impattare sul raggiungimento degli obiettivi indicati nei rispettivi piani industriali. I positivi risultati semestrali delle banche riflettono un'economia italiana che per il 2022 sta crescendo oltre le attese, come evidenziato sia dal Fmi che dalla Commissione Ue che hanno, pur riducendo le precedenti previsioni per il 2023, rivisto al rialzo la crescita del Prodotto Interno Lordo. La crescita del PIL ha peraltro permesso al governo italiano dimissionario di deliberare nuove manovre di spesa senza ulteriore debito pubblico.

Nel primo semestre del 2022, i ricavi delle 10 banche esaminate (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Bpm, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Credito Emiliano, Banco Desio, Banca Popolare di Sondrio, Fineco, Carige) hanno registrato un aumento del 3,9%, sia dal lato dei margini d'interesse (+7,2%), che in prospettiva potrebbero ulteriormente crescere per l'ampiamento dello spread raccolta-impiego, sia dal lato delle commissioni (+2,2%). "Vi è la necessità – sottolinea la Uilca – di investire l'enorme liquidità presente nei conti correnti degli italiani, erosa dall'inflazione e non produttiva per il Paese, attraverso la creazione di prodotti finanziari in grado di originare sviluppo economico, progresso sociale e occupazione, inserendo principi di sostenibilità nel settore bancario e in generale in quello economico finanziario".

I costi dell'energia e delle materie prime, oltre a un sentiment negativo, con un indice PMI manifatturiero sotto i 50 punti a luglio 2022, – secondo il Centro Studi Uilca Orietta Guerra – imporranno alle banche una maggiore attenzione nella gestione del credito per evitare future crescite di Non-Performing Loans, che si stanno riducendo grazie alle politiche di derisking attuate da tutte le banche.

L'incidenza delle commissioni e del margine d'interesse sui ricavi, rispettivamente del 41,3% e del 43,7%, – afferma Telatin– "potrà produrre vantaggi alle banche per l'aumento dei tassi d'interesse ma allo stesso tempo, in un contesto economico che si prospetta di recessione o di minore crescita attesa, si avranno sicuramente impatti sugli attori economici". In tale ambito si evidenzia che "spostare il problema degli Npl al di fuori dal sistema bancario, ma comunque dentro il circolo economico, non risolve l'indebitamento di imprese e famiglie. Si pone quindi necessaria una riflessione su come si originano gli Npl e sulla loro gestione, per evitare un peggioramento della situazione debitoria complessiva del Paese".

"Servono garanzie – conclude Furlan – per come sono effettuate tali lavorazioni, che non devono essere oggetto di esternalizzazione da parte delle banche, con una mera logica di taglio dei costi, e in ogni caso devono restare nel settore, con l'applicazione del Contratto del credito alle lavoratrici e ai lavoratori che le svolgono".


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