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Consumi, quanti italiani adottano comportamenti sostenibili in casa?

La fotografia scattata dalla prima edizione di "Agos Insight. I nuovi consumi sostenibili", realizzata da Agos in collaborazione con Eumetra

Economia
Consumi, quanti italiani adottano comportamenti sostenibili in casa?
(Teleborsa) - Il 71% degli italiani ha adottato comportamenti sostenibili in casa e ben il 69% ha adattato le proprie abitudini ai fini di un maggior risparmio energetico, anche per ridurre le spese. Ma c'è forte esigenza di consulenza esperta sui consumi responsabili.

È quanto emerge dalla prima edizione di "Agos Insight. I nuovi consumi sostenibili", realizzata da Agos (società di credito al consumo al 61% del Credit Agricole e per il 39% partecipata da Banco BPM) in collaborazione con Eumetra e destinata a diventare un "appuntamento annuale" per monitorare le abitudini delle famiglie sul fronte green con l'obiettivo di "offrire risposte adatte a supportare la transizione in chiave sostenibile".

Dalla ricerca emerge come l'attenzione alla sostenibilità sia sì un tema attuale e sentito per il 90% circa degli intervistati, ma non sempre attuabile nel quotidiano. Gli italiani sembrano molto interessati alle potenzialità di un miglioramenti della classe energetica di casa (90%) e degli elettrodomestici (94%). Tuttavia, solo il 38% è consapevole dell'impatto dell'utilizzo degli elettrodomestici in bolletta e solo il 51% è a conoscenza della classe energetica del proprio immobile.



Emerge dunque una forte richiesta di consulenza da parte delle aziende e dei rivenditori, che dovrebbero aiutare a districarsi nel dedalo delle differenze e far capire meglio i vantaggi di una soluzione green, esigenza espressa dall'82%.

Per il momento l'inflazione è sempre stata in crescita nel 2022. Non credo sarà così nel 2023, perché il picco dell'inflazione secondo me è stato alla fine dell'anno scorso".
Lo ha affermato l'Ad e Dg di Agos, Francois Edouard Drion, a margine della presentazione della ricerca "Agos Insight" sui consumi sostenibili. "Per noi - ha proseguito - c'è un impatto sulla domanda perché abbiamo visto un po' un rallentamento della domanda di credito e anche c'è una dimensione di rischio perché il potere di acquisto dei nostri clienti è un po' più basso, ma non credo che sia una difficoltà strutturale per noi e dunque siamo attenti a tutti gli indicatori dell'evoluzione del mercato. Abbiamo una politica flessibile e quindi credo che la crescita dell'industria del credito al consumo sarà nel 2024 come negli anni scorsi, circa il 5%. Siamo in un anno di transizione".

"Abbiamo una relazione strutturale con Banco Bpm, che è il nostro primo partner in termini di attività di credito al consumo attraverso le filiali ed e' anche nostro azionista con il 39%. Credo che la partnership con Banco BPM sia veramente win-win", ha aggiunto Drion. "Crediamo di avere un potenziale di crescita anche insieme ai nostri amici della parte assicurativa. E' veramente un esempio di una buona partnership in Italia", ha concluso.

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