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MES, Meloni ai vertici: "Verificare possibili correttivi"

nuovo tassello nel negoziato tra Roma ed Europa

Economia
MES, Meloni ai vertici: "Verificare possibili correttivi"
(Teleborsa) - Si arricchisce di un nuovo tassello il negoziato tra Roma ed Europa sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes): per spingere l'Italia a ratificare la riforma il nuovo direttore generale del Meccanismo, il lussemburghese Pierre Gramegna, nominato a dicembre anche con l'appoggio del governo italiano, ha voluto incontrare la Premier a Palazzo Chigi assieme al suo braccio destro italiano, il segretario generale Nicola Giammarioli per chiudere un dossier ormai aperto da diversi anni.





Ma al di là della ratifica formale, su cui si esprimerà il Parlamento, alla premier interessa ragionare sulla sostanza: bisogna "verificare possibili correttivi", insieme agli altri Stati, per rendere il Mes "uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie". Dopo la pandemia, la guerra in Ucraina e le nuove difficoltà economiche che sono seguite, lo strumento va insomma ripensato per adattarlo alla nuova situazione.

L'obiettivo di Gramegna era ascoltare i dubbi della presidente del Consiglio, ricordandole allo stesso tempo l'impegno che l'Italia ha preso, assieme a tutti i partner dell'Eurozona, di approvare la riforma pensata per rendere più semplice il funzionamento dell'ex fondo salva-Stati. La premier, da parte sua, ha ribadito la sua posizione: il Mes è uno strumento economico-finanziario anomalo, perché pur disponendo di ingenti risorse, non viene utilizzato da lungo tempo dagli Stati aderenti, nonostante la difficile congiuntura economica nella quale si trovano. Basti pensare che nemmeno il cosiddetto 'Mes pandemico', la linea di credito pensata per aiutare i Paesi a finanziare la spesa sanitaria esplosa con la pandemia, è stato mai richiesto. Per Meloni, nemmeno la riforma renderà il Mes più attrattivo e quindi utile per i suoi membri. Dunque, bisogna ripensarlo e modificarlo.

Ragionamento a cui il direttore Gramegna non chiude la porta, anche in vista della riforma del Patto di stabilità e, più in generale, della governance economica europea, che potrebbe rivedere anche il ruolo del Mes.


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