(Teleborsa) - "Stiamo guardando a
possibili acquisizioni lungo la filiera, a cominciare dalla rete dei nostri fornitori. Purtroppo nei primi anni 2000 è stato perso knowhow perché tanti piccoli imprenditori hanno chiuso perché non c'è stato un corretto passaggio generazionale". Lo ha affermato
Patrizio Bertelli, Consigliere Esecutivo di Prada, in una intervista a Il Corriere della Sera, spiegando che "è fondamentale salvaguardare la filiera perché il know-how è qui in Italia, lavorare a beneficio della conservazione della specie. Poi che lo facciano gruppi francesi, americani o italiani, non importa".
Ieri il gruppo italiano del lusso
ha comunicato di aver chiuso il 2022 con
ricavi netti pari a 4,2 miliardi di euro, in crescita del 21% rispetto al 2021, e un
utile netto di 465 milioni di euro, in aumento del 58%.
Nonostante in passato Prada abbia acquisito
altri marchi, oggi ha preso un'altra strada. "L'errore capitale è stato quello di acquisire un marchio lasciando lì il vecchio proprietario a gestirlo, anche se è uno stilista, o mantenendo la prima linea di manager perché altrimenti all’interno si hanno dei nemici", ha detto Bertelli.
In merito all'aver raggiunto in anticipo gli obiettivi del piano, ha detto: "Abbiamo raggiunto i target di profittabilità in 14 mesi invece che in tre anni. E se tutto va bene raggiungiamo anche quello sui
ricavi che nel 2023 potrebbero superare i 4,5 miliardi". L'auspicio è che tra dieci anni Prada diventi "una realtà che ha un fatturato di dieci miliardi".
In merito alle indiscrezioni su un
dual listing a Milano, in quanto Prada è già quotata alla Borsa di Hong Kong, Bertelli ha detto che "
resta un'opzione che stiamo analizzando sul fronte della fattibilità. Ma ci sono ancora molti aspetti tecnici da risolvere perché non ci sono precedenti".