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Superbonus, UPB: costo destinato a superare i 110 miliardi, a rischio traiettoria riduzione debito

Economia
Superbonus, UPB: costo destinato a superare i 110 miliardi, a rischio traiettoria riduzione debito
(Teleborsa) - Il Superbonus ha sì migliorato la distribuzione di risorse nelle varie aree del Paese rispetto ai bonus edilizi precedentemente varati ma a costi a carico dello Stato nettamente superiore a quella per gli interventi di riqualificazione energetica agevolati in precedenza. Sono alcune delle evidenze messe in luce dalla Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), Lilia Cavallari, in audizione presso la Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.

Cavallari ha infatti sottolineato che da un’analisi condotta dall’UPB è emerso "un sensibile mutamento della composizione della platea dei beneficiari del Superbonus rispetto a quelli dei bonus edilizi originari. In particolare: è aumentata in modo significativo la fruizione delle agevolazioni per il risparmio energetico nei Comuni a reddito più basso, indice di una minore natura regressiva del Superbonus; è più che raddoppiata la quota di risorse destinate al Mezzogiorno".

Nel suo complesso però aver posto l’intero costo dell’intervento a carico dello Stato senza introdurre elementi di selettività ha generato una spesa nettamente superiore a quella per gli interventi di riqualificazione energetica agevolati in precedenza. UPB ha fatto notare che gli investimenti asseverati a solo titolo di Superbonus energia a tutto febbraio 2023 hanno raggiunto i 68,5 miliardi – di cui 53,2 completati – rispetto ai circa 4,5 miliardi erogati nel 2020 per l'Ecobonus. "L’onere per la finanza pubblica ha superato sensibilmente le aspettative iniziali, basate su una previsione ufficiale di spesa di 35 miliardi per l’intero periodo di validità della misura. Sommato agli altri bonus edilizi – bonus facciate, ristrutturazioni, ecc. – il costo delle agevolazioni è destinato a superare anche l’importo, già rivisto al rialzo, di 110 miliardi sottostante le previsioni ufficiali del conto economico delle Amministrazioni pubbliche risalenti alla NADEF dello scorso autunno", ha aggiunto Cavallari.

L'UPB ha inoltre sottolineato che "la modifica del criterio di contabilizzazione dei crediti relativi al Superbonus e al bonus facciate produrrà, inevitabilmente, a parità di altre condizioni, un miglioramento del disavanzo dei prossimi anni. Tuttavia, considerato che la riclassificazione non impatta sul debito pubblico, l’eventuale utilizzo degli spazi che emergeranno in termini di disavanzo implicherà, a parità di altre condizioni, un peggioramento del debito pubblico previsto mettendo a rischio la traiettoria di riduzione dello stesso programmata in occasione della NADEF".

Lo strumento del Superbonus può però essere migliorato. L'organismo indipendente ha infatti auspicato una maggiore selettività sia nel tipo di intervento – orientato più al risparmio energetico visto che il risparmio stimato dall’Enea è stato determinato in gran parte da una quota minoritaria delle risorse impiegate, circa il 70% realizzato dal 28% della spesa – che in termini di beneficiari.

Infine, per quel che riguarda l'aumento dei crediti di imposta nel 2022, Cavallari ha sottolineato che le compensazioni del complesso dei crediti (inclusi quelli per incentivi agli investimenti, per le DTA e per le misure emergenziali) sono passate da 8,4 miliardi del 2019 a 30 nel 2022, di cui 6,5 relativi ai crediti edilizi. Una quota, quest'ultima, da cui "per il 2023 e il 2024 ci si può attendere un’ulteriore crescita" dovuto ai nuovi investimenti edilizi.


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