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Sanità, da payback per dispositivi medici a stretta sui "gettonisti": le misure

Economia, Salute e benessere
Sanità, da payback per dispositivi medici a stretta sui "gettonisti": le misure
(Teleborsa) - Il CdM di ieri, in aggiunta al Decreto bollette, Fisco ed al nuovo Codice Appalti, ha dato il via libera ad una serie di misure per la Sanità, su proposta del Ministro Orazio Schillaci.

Via libera innanzitutto ad uno stanziamento di 1,1 miliardi di euro, per attutire almeno in parte l'impatto del payback di 2,2 miliardi sulle imprese fornitrici di dispositivi medici. Occorre ricordare che il payback per i dispositivi medici a carico delle imprese fornitrici del comparto sanità obbliga queste rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle Regioni che sforano il tetto di spesa. Una pratica che è stata fortemente contestata dalle associazioni di settore e che mette a rischio migliaia di PMI, compromettendo anche il Sistema sanitario nazionale.

Il decreto attua anche un giro di vite sui medici e infermieri "a gettone", cioè coloro che prestano servizio a chiamata in ambito pubblico e privato, che potranno essere impiegati solo in caso di necessità e urgenza, solo per i reparti di emergenza-urgenza ospedalieri, una tantum e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio o di assumere gli idonei.

Un'altra norma dispone che poi il personale sanitario che interrompa volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato operante per il SSN, non può poi richiedere la ricostituzione del rapporto di lavoro n ambito pubblico.

Sono state fissate anche le tariffe per le cosiddette "prestazioni aggiuntive" (attività libero professionale intramuraria) che va da un minimo di 60 euro ad un massimo di 100 euro lordi, nei limiti delle risorse disponibili, di cui si prevede tuttavia un incremento per ciascuna regione.

Anticipata al 1° giugno 2023 l’operatività del fondo per l’erogazione dell’indennità di pronto soccorso per il personale della dirigenza medica e del comparto sanità.

Per porre rimedio alla carenza di personale medico, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di proroga.

Un'altra disposizione prevede che i medici in formazione specialistica, al di fuori dell’orario dedicato alla formazione, possono volontariamente assumere incarichi libero-professionali per un totale di 8 ore settimanali presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri.

Il personale operante nei servizi di emergenza-urgenza, in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato, può chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da impegno orario pieno a impegno orario ridotto o parziale, in deroga ai contingenti previsti dalle disposizioni vigenti, fino al raggiungimento del limite di età previsto

Consentito inoltre il reclutamento di medici ed infermieri in possesso di titoli conseguiti all'estero, in Paesi dell’Unione Europea ed extraeuropei fino al 31 dicembre 2025,

Arriva anche una disposizione contro la violenza sul personale medico-infermieristico, attraverso la procedibilità d’ufficio del reato di lesioni personali ed un inasprimento della sanzione per le lesioni personali quando la persona offesa è esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio.





(Foto: © Vittaya Sinlapasart/ 123RF)
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