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Bonomi (Confindustria) chiama il cambio di passo: "serve politica industriale europea"

In Italia "crescita prosegue ma è più moderata"

Economia
Bonomi (Confindustria) chiama il cambio di passo: "serve politica industriale europea"
(Teleborsa) - "L'industria italiana è forte, più dei nostri competitor". Lo ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in collegamento al Festival dell'Economia di Trento, nell'evento di chiusura sottolineando che "gli ultimi dati del PIL stanno dimostrando che l'Italia sta crescendo più della Francia e della Germania, che è in forte rallentamento ed è entrata in recessione tecnica ma "questo scenario non ci fa stare tranquilli perché sappiamo quanto l'Italia sia inserita nelle catene del valore. Avere due partner europei che in questo momento stanno zoppicando non ci aiuta, l'industria italiana ha dimostrato di aver fatto i compiti a casa ma non è uno stato di grazia che ci è garantito, abbiamo le necessità di interventi di politica industriale, europei e nazionali".

Non manca poi una strigliata del numero uno degli industriali che chiede all'Europa un cambio di passo. "L'Europa ha fatto l'Europa solo con la crisi pandemica, una crisi simmetrica che ha colpito tutti gli Stati membri, attuando il Next Generation Eu. Dopo si è tornati a pensare ognuno a se stessi, di fronte alle sfide di competitività che ci hanno lanciato Stati Uniti e Cina" . LìEuropa ha fissato gli obiettivi, ha detto Bonomi, ma non ha messo in campo una politica di accompagnamento. "Il problema non sono la Cina e gli Stati Uniti, il problema siamo noi che non stiamo accompagnando l'industria europea, ed è un tema strategico, con strumenti di politica industriale".

Intanto, secondo quanto emerge dall'analisi mensile sulla congiuntura realizzata dal centro studi di Confindustria, la crescita dell'Italia prosegue nel secondo trimestre ma a ritmi più moderati, trainata dai servizi, mentre è meno solida la situazione di industria e costruzioni. L'inflazione è persistente come previsto, i tassi di interesse salgono e i prestiti diminuiscono. Dai consumi arrivano segnali misti, mentre gli investimenti crescono anche se poco. In generale, sul fronte dell'Eurozona si registra debolezza, mentre negli Usa riparte l'industria. Frena la Cina, cresce l'India.

Il 2° trimestre dell'anno si è aperto con qualche segnale debole per l'Italia, dopo il buon andamento del Pil a inizio anno, segnala l'analisi. La situazione è solida nei servizi, meno in industria e costruzioni. Il calo del prezzo del gas è una potente spinta positiva, ma i consumi restano zavorrati dall'inflazione, gli investimenti dal costo del credito e si è fermato l'export, data la frenata mondiale. L'inflazione italiana ha interrotto il suo calo in aprile (+8,2% annuo, da +7,6%), ma la tendenza al ribasso continuerà, grazie al prezzo del gas sempre più in riduzione (34 euro/mwh a maggio) e agli effetti sempre più pieni del rialzo dei tassi.
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