(Teleborsa) - "
Siamo determinati a garantire che l’inflazione ritorni al nostro obiettivo di medio termine del 2%
in modo tempestivo". E' quanto affermato dalla Presidente della BCE
Christine Lagarde nella conferenza stampa seguita alla riunione di politica monetaria, confermando che "
l’inflazione continua a diminuire, ma si prevede che
resterà troppo elevata per troppo tempo.
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L’aumento dei tassi - ha ribadito la numero uno dell'Eurotower -
riflette la nostra valutazione sulle prospettive d'inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria".
Lagarde, citando le
proiezioni macroeconomiche formulate dallo staff economico della BCE, che
rivedono al rialzo la crescita dell'inflazione nel 2023 e 2024, ha spiegato che la revisione ha a che fare con l'aumento del prezzo dell'energia e "le
pressioni sottostanti sui prezzi rimangono elevate, anche se la maggior parte degli indicatori ha iniziato ad attenuarsi". "Le condizioni di finanziamento si sono ulteriormente inasprite - ha proseguito la Presidente - e stanno frenando sempre più la domanda, e questo è un fattore importante per riportare l’inflazione al livello target".
"Sulla base della nostra attuale valutazione - ha spiegato Lagarde - riteniamo che i
tassi di interesse di riferimento della BCE abbiano raggiunto livelli che,
mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo. Le nostre
future decisioni garantiranno che i tassi di interesse chiave della BCE
saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario".
"Continueremo a seguire un
approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione. In ogni caso, siamo
pronti ad adeguare tutti i nostri strumenti nell’ambito del nostro mandato per garantire che l’inflazione ritorni al nostro obiettivo a medio termine e per preservare il buon funzionamento della trasmissione della politica monetaria".
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I rischi per la crescita economica - ha confermato - sono
orientati al ribasso. La crescita potrebbe essere più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più forti del previsto, o se l’economia mondiale si indebolisse, ad esempio a causa di un ulteriore rallentamento in Cina. Al contrario, la crescita potrebbe essere più elevata del previsto se il forte mercato del lavoro, l’aumento dei redditi reali e la diminuzione dell’incertezza facessero sì che le persone e le imprese acquisissero maggiore fiducia e spendessero di più.
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I rischi al rialzo per l’inflazione includono potenziali rinnovate pressioni al rialzo sui
costi dell’energia e dei prodotti
alimentari", ha detto la numero uno della BCE, citando anche le
condizioni meteorologiche avverse e la
crisi climatica.
Lagarde ha fatto riferimento anche alle
misure straordinarie approntate dai governi
contro il caro energia, affermando che man mano che la crisi energetica si attenua, i
governi dovrebbero revocare le misure di sostegno. "Ciò è essenziale per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine - ha spiegato - che altrimenti richiederebbero una risposta di politica monetaria ancora più forte".
"Le
politiche fiscali - ha rimarcato - dovrebbero essere progettate per rendere la nostra economia più produttiva e
ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico. Le politiche volte a migliorare la capacità di offerta dell’area euro, sostenute dalla piena attuazione del programma Next Generation EU, possono contribuire a
ridurre le pressioni sui prezzi nel medio termine, sostenendo al contempo la
transizione verde".
"La riforma del quadro di
governance economica dell’UE dovrebbe
concludersi entro la fine di quest’anno e i progressi verso
l’Unione dei mercati dei capitali dovrebbero essere accelerati", ha ribadito Lagarde.