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Ex Ilva, il piano del governo: divorzio consensuale da Mittal, continuità aziendale e rilancio

Sindacati nuovamente convocati il 18 gennaio

Economia
Ex Ilva, il piano del governo: divorzio consensuale da Mittal, continuità aziendale e rilancio
(Teleborsa) - “Non ci sono più le condizioni per condividere la fiducia e le prospettiva per impegni reciproci con Mittal. L’incontro dell’8 gennaio scorso ha chiarito definitivamente che non è possibile proseguire nella gestione di Acciaierie d’Italia assieme a Mittal". Nell'incontro di ieri il governo ha rassicurato i sindacati, come riporta il leader Fim Roberto Benaglia al termine.



Esecutivo che - nel delicato dossier sull'ex Ilva - gioca la carta del divorzio consensuale da Mittal, evitando così un lungo contenzioso legale. Lo hanno riferito - come hanno riportato alcune fonti sindacali - gli esponenti di governo al tavolo di confronto a Palazzo Chigi. In particolare in queste ore sono al lavoro i legali dei due soci con l'intenzione di arrivare in tempi rapidi a soluzione consensuale ed evitare lungo contenzioso. Entro mercoledì si saprà se ci sono condizioni per l'intesa.

Sull'ex Ilva "c'è l'urgenza di un intervento drastico che segni una svolta netta rispetto alle vicende per nulla esaltanti degli ultimi 10 anni", aveva detto ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso dell' informativa al Senato richiamando "tutti al senso di responsabilità" perchè "siamo in un momento decisivo".


"Nulla di quello che era stato programmato e concordato è stato realizzato. Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto in merito agli impegni occupazionali e al rilancio industriale. In questi anni la produzione si è progressivamente ridotta in spregio agli accordi sottoscritti", ha affermato Urso. "Perfino negli anni in cui la produzione di acciaio era altamente profittevole in Europa, come nel 2019, è stata mantenuta bassa lasciando campo libero ad altri attori stranieri".

Sull' ex Ilva "intendiamo invertire la rotta cambiando equipaggio. Ci impegniamo a ricostruire l'ex Ilva competitiva sulla tecnologia green su cui già sono impegnate le acciaierie italiane, prime in Europa", ha detto il ministro. "L'impianto è in una situazione di grave crisi. Nel 2023 la produzione si attesterà a meno di 3 milioni di tonnellate, come nel 2022, ben sotto l'obiettivo minimo che avrebbe dovuto essere di 4 milioni, per poi quest'anno risalire a 5 milioni".

Ieri, intanto, una nota di Palazzo Chigi informa che i sindacati sono stati nuovamente convocati giovedì
prossimo 18 gennaio per illustrare l’esito delle trattative di queste ore. Il Governo ha, inoltre, sottolineato che il metodo che si vuole continuare a portare avanti è quello di un ascolto reale e che saranno ricevute tutte le parti sociali e produttive. È stata infine data massima disponibilità, una volta chiuso il confronto con ArcelorMittal, a far partire presso il Ministero del Lavoro un tavolo per approfondire tutti gli aspetti legati all’occupazione e alla sicurezza sul lavoro.


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