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ASviS e Università Roma Tre: riflettori su tassonomia e rendicontazione di sostenibilità

Durante il seminario presentato il Policy Brief dell’ASviS che formula nove proposte e raccomandazioni rivolte alle istituzioni italiane

Economia
ASviS e Università Roma Tre: riflettori su tassonomia e rendicontazione di sostenibilità
(Teleborsa) - I recenti sviluppi delle normative europee in materia di rendicontazione di sostenibilità aziendale possono accelerare il cammino verso lo sviluppo sostenibile incidendo in maniera determinante su diversi ambiti della vita economica e sociale: l’obbligo di una maggiore trasparenza e responsabilità dell’impatto delle imprese sulle persone e l’ambiente impone di innovare i sistemi produttivi e i modelli di governance, con implicazioni profonde sulle scelte strategiche delle imprese, sui loro investimenti e anche sulle politiche economiche nazionali.

Sono questi gli argomenti al centro del seminario "Il Regolamento Tassonomia e i nuovi criteri di vaglio tecnico: l’impatto sui settori dell’economia italiana", organizzato oggi, giovedì 8 Febbraio, dal Gruppo di lavoro sulla finanza sostenibile dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Roma Tre, presso l’Università di Roma Tre a Roma, per riflettere con esperti e studiosi sugli effetti del nuovo regolamento europeo sul sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili nel contesto economico italiano.

"La questione della rendicontazione d'impresa non solo economica, ma anche sociale e ambientale, è ormai al centro delle nuove regole europee e non solo - spiega Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell'ASviS - È un passo avanti importante ma non sufficiente, ci sono molti problemi applicativi. Oggi discutiamo esattamente di come il sistema italiano può adattarsi, può usare queste nuove normative per fare un salto di qualità, per migliorare la comparabilità dei dati tra Europa e il resto del mondo, ma soprattutto come aiutare le imprese a fare questa trasformazione perché è veramente un cambiamento profondo del modo di prendere le decisioni all'interno delle aziende. Le direttive finora approvate dall'Unione Europea non esauriscono questo processo".

"Proprio in questi giorni c'è la discussione sulla nuova direttiva sulla due diligence, cioè il compito delle imprese capofiliera di rendicontare lungo tutta la filiera a monte e a valle. È un salto importante perché rende più facile la competizione di chi oggi opera in Europa rispetto agli altri paesi del mondo".


"La Direttiva che vieta il greenwashing concordata recentemente tra il Parlamento europeo e il Consiglio rappresenta un ulteriore e fondamentale passo in avanti verso un’economia più sostenibile e integra efficacemente la legislazione sugli obblighi di rendicontazione delle imprese, ora estesa anche a quelle di medie dimensioni - sottolinea Giovannini – Finalmente, sarà possibile analizzare i risultati delle aziende con strumenti che, oltre ai risultati economico-finanziari, rivelino in modo credibile anche l’impatto sociale e ambientale, in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu e la recente modifica della Costituzione italiana. Con le nuove regole le imprese dovranno accelerare la transizione dei sistemi produttivi verso la sostenibilità a tutto campo e rendere i cittadini-consumatori-risparmiatori, i lavoratori, i manager e gli imprenditori sempre più consapevoli delle conseguenze delle loro azioni".

"Il Regolamento europeo sulla Tassonomia ambientale stabilisce i criteri validi per il diritto dell'Unione Europea per determinare se un’attività economica possa qualificarsi come 'ecosostenibile' - afferma il Rettore dell’Università Roma Tre, prof. Massimiliano Fiorucci - al fine di individuare il grado di ecosostenibilità degli investimenti effettuati nell'attività stessa e, quindi, il grado di ecosostenibilità delle operazioni e dei prodotti finanziari tramite i quali tali investimenti vengono compiuti. Si tratta nel complesso di una disciplina trasversale sia per contenuti - perché coinvolge diversi ambiti del sapere, dal diritto all'economia aziendale, dall'ingegneria all'architettura, dalla chimica alla biologia - sia per impatto, in quanto chiama all'azione imprese, istituzioni pubbliche, professionisti e altri componenti della società civile, nel segno del perseguimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green Deal europeo. Il seminario, organizzato da ASviS in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza del nostro Ateneo, rappresenta un momento di riflessione per conoscere diversi punti di vista e individuare alcune rilevanti linee prospettiche di sviluppo della nuova normativa alle quali l’Università potrà contribuire sia supportando l’elaborazione di criteri basati su evidenze e dati scientifici, sia favorendo la formazione per il necessario aggiornamento professionale".

Durante il seminario è stato presentato il Policy Brief dell’ASviS "La rendicontazione di sostenibilità nel contesto europeo e italiano: una rivoluzione in atto", elaborato dal Gruppo di lavoro Finanza grazie al supporto della Fondazione Organismo Italiano di Business Reporting (OIBR). Il documento fornisce un’analisi sintetica sul quadro europeo e nazionale rispetto all'evoluzione delle normative sul reporting di sostenibilità, e formula nove proposte e raccomandazioni rivolte alle istituzioni italiane.

Fra le proposte: accelerare l’adozione delle direttive europee sulla rendicontazione di sostenibilità; calibrare con attenzione il sistema di revisione/assurance delle informazioni di sostenibilità, nonché i soggetti autorizzati a svolgere questa funzione e le competenze ad essi richieste; sostenere le imprese, specialmente le PMI, nel processo di transizione informativa in un’ottica strategica; rafforzare i processi di acculturazione e formazione a tutti i livelli delle figure aziendali e professionali coinvolte; favorire il flusso di dati ESG dalle imprese al sistema bancario e finanziario; agevolare la finanza a impatto tramite il miglioramento della qualità delle informazioni di sostenibilità; digitalizzazione dell’informazione e rafforzamento della qualità e della comparabilità dei ratings/scoring ESG a livello europeo e internazionale; contribuire nel modo più vasto e qualificato possibile ai processi europei e internazionali di standardizzazione della rendicontazione di sostenibilità; favorire una partecipazione più ampia e sistematica della società civile agli organismi preposti e al dibattito con riguardo all’informazione di sostenibilità.
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