(Teleborsa) - Dall'installazione delle colonnine per le chiamate di emergenza, alle modalità di accesso al credito d'imposta per gli investimenti nella Zes unica, fino all'atteso aggiornamento del regolamento per escludere dall'Isee i titoli di Stato: sono tante le
misure ancora in stand by per l'assenza dei necessari
provvedimenti attuativi. Lo si ricava incrociando i dati del Servizio per il controllo parlamentare con quelli dell'esecutivo.
Il governo Meloni ha molto ridotto la necessità di ricorrere ai decreti attuativi: la legge di bilancio per il 2024 stanzia, infatti, oltre 29,5 miliardi, di cui
25,9 legati a misure auto applicative, praticamente l’88% del totale. I finanziamenti che rimandano a provvedimenti attuativi sono invece pari a
3,6 miliardi, ovvero il 12% del totale. Ma dei 55 provvedimenti necessari per mettere a terra la
manovra, ne mancano ancora 53.
Intanto,
la maggioranza si gode il successo in Abruzzo dove è stato confermato
Presidente Marco Marsilio, fedelissimo della Premier Giorgia Meloni. Con il 53,5% delle preferenze, contro il 46,5% del suo sfidante, Marsilio ha battuto il candidato del centrosinistra e M5S Luciano D'Amico. Il partito che ha ottenuto il maggior numero di voti è Fratelli d'Italia (24%), seguito dal Pd col 20%. Terza piazza per Forza Italia che conquista il 13,2%, mentre la Lega è ferma al 7,6%. M5S al 7%, dietro anche ad Abruzzo insieme (7,6%).
Dunque, nessun
"effetto Sardegna", come speravano
M5s e Pd, delusi ovviamente dal risultato in Abruzzo che, invece, in caso di vittoria - come molti degli analisti sottolineavano nei giorni scorsi - avrebbe potuto rappresentare una tendenza dopo il
recente successo, appunto, in Sardegna.