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Terzo mandato: bocciato l’emendamento della Lega. Si spacca la maggioranza

Chiesto alla Lega di cancellare il ballottaggio per i comuni al di sopra dei 15 mila abitanti

Economia
Terzo mandato: bocciato l’emendamento della Lega. Si spacca la maggioranza
(Teleborsa) - In Senato, con 112 voti contrari, 26 voti favorevoli e 3 astenuti, è stato respinto l'emendamento della Lega al Dl Elezioni che riguardava il terzo mandato per i governatori. Diviso su una battaglia che il partito di Matteo Salvini non ritiene affatto chiusa, il centrodestra si compatta invece sulla giustizia: lunedì Giorgia Meloni in una riunione a Palazzo Chigi con Carlo Nordio ha dettato l'accelerazione sulla separazione delle carriere dei magistrati e sulla riforma del Csm.

L'intenzione della Lega di persistere con la richiesta del terzo mandato era stata comunicata agli alleati giorni prima, nonostante un primo respingo dell'emendamento durante l'esame del decreto elezioni in commissione. A differenza del relatore, Alberto Balboni di FdI, il governo ha evitato di esprimere un parere negativo, lasciando la decisione all'Aula di Palazzo Madama. Non è stata una sorpresa che solo Italia Viva si sia unita alla Lega nei voti favorevoli, mentre FdI, FI, Pd, M5s e Avs si sono espressi contro, e la Svp si è astenuta.

Dopo la rinnovata proposta di consentire un terzo mandato consecutivo per i presidenti di Regione, arriva a sorpresa la proposta della Lega riguardante il ballottaggio dei sindaci nei Comuni con più di 15mila abitanti, che avrebbe consentito l'elezione al primo turno per chi supera il 40%. Quest'idea non ha trovato favore né da FdI né da FI, ed è stata criticata dalla segretaria del Pd Elly Schlein come "un blitz a tre mesi dal voto, uno sfregio alle più basilari regole democratiche", ed è stata bocciata anche dall'Anci.

"Non crediamo che uno stravolgimento della legge sull'elezione diretta dei sindaci possa essere ipotizzato senza interpellare i comuni", ha osservato il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, in nome della "leale collaborazione tra istituzioni". Questa volta il governo ha invitato al ritiro della proposta e la Lega ha accettato di trasformarlo in ordine del giorno. "Su questo tema possiamo comprendere che a due mesi dal voto sarebbe non corretto, quindi ci può stare. Per noi era importante porre la questione", la sintesi finale del capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo.

Dal suo partito intanto arriva un avvertimento: la partita sul terzo mandato continua. Tornare alla carica dopo la bocciatura in commissione è stata una scelta di coerenza, sottolineano da Via Bellerio, non era una mossa contro il governo. Al prossimo provvedimento utile, insomma, i leghisti torneranno all'attacco: "Ora - è il senso dei ragionamenti dei leghisti - i nostri alleati sono contrari ma magari più avanti cambiano idea, si trova un modo per smussare". Fra le ipotesi che potrebbero essere valutate dal centrodestra alla ricerca di un compromesso, anche quella di ampliare il limite dei mandati da due a tre ma non per i governatori già in carica. Comunque non prima delle europee. Nelle prossime settimane sarà caldo il dossier giustizia.

Dopo il Consiglio dei ministri di lunedì, Meloni ha convocato Nordio, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, i sottosegretari Andrea Delmastro e Andrea Ostellari, e i presidenti delle commissioni Giustizia di Camera e Senato, Ciro Maschio e Giulia Bongiorno. Una riunione rivelata durante la stessa presidente del Consiglio, a chi le domandava del rapporto con il Guardasigilli, che nei giorni scorsi ha dovuto incassare da Palazzo Chigi lo stop all'idea di una commissione d'inchiesta sul caso dossieraggi. "Abbiamo parlato di tutto", ha tagliato corto la premier. E poco dopo lo stesso Nordio ha negato dissidi: "Figurarsi se c'è una distanza. Nessuna distanza...". "È giunto il momento delle riforme", è stato in sintesi l'input di Meloni, come riferiscono diversi presenti alla riunione di lunedì, che segna l'accelerazione su separazione delle carriere dei magistrati e riforma del Csm.

Il tutto in "perfetta sinergia", assicurano fonti dell'esecutivo. Nordio si è impegnato a mettere a punto una bozza entro i primi di aprile. Poi, una volta definita l'intesa, il disegno di legge costituzionale dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri. La Lega a sua volta vorrebbe accelerare sull'Autonomia: in quest'ottica va letto il vertice di maggioranza nelle ultime ore con il ministro Roberto Calderoli, capigruppo e relatori




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