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L'invecchiamento degli imprenditori italiani: un segnale d'allarme per l'imprenditoria nazionale

Economia
L'invecchiamento degli imprenditori italiani: un segnale d'allarme per l'imprenditoria nazionale
(Teleborsa) - Il passaggio generazionale nelle PMI italiane, specialmente in quelle di tipo familiare, riveste un'importanza cruciale per la continuità e la prosperità aziendale. Questo processo richiede, però, una pianificazione accurata, competenze specializzate e una visione a lungo termine.

Questo è il dato principale che emerge dalla ricerca condotta dal team di ricercatori di I-AER, Institute of Applied Economic Research, su un campione di 402 PMI familiari distribuite su tutto il territorio italiano. La ricerca fornisce una visione più approfondita dell'impatto del passaggio generazionale sul tessuto imprenditoriale italiano, i settori coinvolti, le sfide connesse e i requisiti fondamentali per un passaggio di successo.

"Il passaggio generazionale nelle PMI italiane – afferma il professor Fabio Papa, fondatore di I-AER e docente di economia - rappresenta un momento importante nell'evoluzione del tessuto imprenditoriale nazionale. L'invecchiamento della popolazione imprenditoriale, con oltre il 56% degli imprenditori italiani oltre i 50 anni, pone di fronte a una sfida senza precedenti che richiede un approccio pragmatico e pianificato per i prossimi 10 anni, al fine di preservare e valorizzare il prezioso patrimonio imprenditoriale italiano".

Il passaggio generazionale in numeri
Attualmente, il 56% degli imprenditori italiani ha un’età maggiore di 50 anni, evidenziando l'imminente rilevanza di questa problematica nei prossimi anni. Le PMI familiari costituiscono la maggioranza del tessuto imprenditoriale italiano, rappresentano circa l’80% delle imprese nel Paese e coprono un fatturato di circa il 42% (pari a circa 1,45 miliardi) del totale in Italia. Numeri che confermano l’importanza della famiglia al centro della componente business. Il 40% di queste imprese, pari a circa 1,4 milioni attualmente guidate da imprenditori di età media superiore ai 52 anni, affronterà il passaggio generazionale nel giro dei prossimi 10 anni. Si parla di un ritmo di 396 passaggi al giorno di aziende tra generazioni di imprenditori fino al 2034.

Settori più coinvolti
I settori maggiormente coinvolti dal passaggio generazionale sono quelli in cui le PMI familiari giocano un ruolo centrale nell'economia italiana. Tra questi, il settore dei servizi di alloggio e ristorazione (46%), commercio (35%), il settore manifatturiero (28%), il settore servizi (22%) e infine il settore costruzioni (20%). Queste imprese incidono notevolmente sull'occupazione e sul valore aggiunto del Paese, sottolineando l'importanza cruciale di un adeguato passaggio generazionale per garantire la stabilità economica a lungo termine.

Sfide del passaggio generazionale
Dal campione analizzato sono emerse le priorità e le sfide principali che le PMI familiari italiane affrontano durante il passaggio generazionale, le prime tre riguardano: mancanza di comunicazione e di una visione strategica condivisa (23%), una scarsa comunicazione tra la generazione senior e quella junior può ostacolare il passaggio generazionale, creando incomprensioni e ritardi nel processo di transizione, valori diversi delle due generazioni dovuti alla differenza di età (23%) persone di diverse età hanno opinioni e idee diverse, semplicemente perché sono cresciute in tempi diversi. Le esperienze e gli eventi che hanno vissuto durante la loro vita hanno influenzato ciò che considerano importante e difficoltà della generazione Senior a lasciare spazio alla nuova generazione (17%), la generazione senior potrebbe essere riluttante a cedere il controllo dell'azienda, resistendo al cambiamento e alla modernizzazione.

Il team di ricercatori, però, ha messo in evidenza anche quali sono gli elementi chiave per un passaggio generazionale di successo. Infatti, dal campione analizzato, sono emersi i principali elementi che le PMI familiari italiane devono presidiare durante il passaggio generazionale, le prime tre riguardano: Chiarezza dei ruoli e delle responsabilità all'interno dell'organizzazione (14%); Comunicazione 'sana' tra le due generazioni e 'trasparenza reciproca' rispetto agli obiettivi (13%); Motivazione e/o interesse da parte della generazione 'entrante' nei confronti dell’azienda (13%).

Altri elementi che risultano importanti anche se di minore impatto: fiducia da parte della generazione 'senior' rispetto a quella 'junior' (o viceversa) (10%), competenze elevate, sul fronte tecnico, gestionale e organizzativo da parte della generazione 'entrante' (9%), forti competenze di leadership nella generazione entrante (8%), propensione da parte del vertice aziendale nel trasferire e/o delegare le competenze-chiave alla generazione 'junior' (8%), l'esperienza al di fuori dell'azienda prima che un membro della generazione (7%), meccanismi di governance formalizzati sull’assetto proprietario e gestionale (6%), stabilità dell’assetto economico, finanziario e patrimoniale dell’azienda (5%) e conflitti familiari assenti prima di innestare un processo di passaggio generazionale (5%).

Ovviamente il team di ricercatori evidenzia che un passaggio generazionale disorganizzato può portare a una discontinuità che influisce negativamente sulle performance aziendali. Ciò può causare la chiusura dell'azienda, con conseguente perdita di posti di lavoro e dispersione del patrimonio di conoscenze e competenze. Inoltre, può contribuire al deterioramento dell'economia locale e nazionale. Confrontando un gruppo di imprese che ha gestito il passaggio generazionale a due anni dal subentro della nuova generazione nella gestione dell’azienda rispetto a chi non l’ha gestito emerge che il presidio di questo tema ha dei benefici economici non indifferenti come il mantenimento positivo dei risultati aziendali ma anche un miglioramento fino a +7% in termini di performance globali dell’azienda (ricavi e marginalità).

"Affrontare queste sfide richiede un approccio completo e multidisciplinare che spesso necessita dell’intervento di professionisti esterni capaci di facilitare il processo" conclude.
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